Sul nudo palcoscenico, spoglio come la superficie lunare, fra vapori e nebbie ancestrali, al ritmo a tratti martellante, a tratti irregolare, di musiche nuove e futuristiche, si muovono creature dall’aspetto insolito: alieni lucenti e organismi pluricellulari, donne-medusa e verdi planarie dal capo triangolare, esseri a due teste che si aggirano con circospezione nell’infinito.
Le coreografie create dagli otto ballerini della RBR Dance Company di Cristiano Fagioli ipnotizzano e affascinano il pubblico in sala, sia per la loro assoluta originalità, sia per la perfezione e l’apparente mancanza di sforzo con cui sono realizzati tutti i movimenti. La sincronia è così perfetta, che gli interpreti risultano quasi irreali agli occhi del pubblico, esseri sovrannaturali atterrati da mondi lontani, o vere e proprie macchine viventi.
Le luci rosse e fortissime, riflesse dai costumi aderenti, contribuiscono a creare l’illusione di assistere veramente all’atterraggio di una navicella terrestre sul pianeta Marte, l’ambiente in cui si verificano tutti gli straordinari incontri tra gli astronauti e le creature aliene, fino alla fusione tra le due razze.
Onirico e fantasioso, ipnotico e abbacinante, “Openspace” riesce a tenere inchiodato alla poltrona il pubblico che, a bocca aperta, ammira lo spettacolo con la stessa eccitazione con la quale un astronomo osserverebbe il brulicare della vita su un pianeta lontano.
Assolutamente da vedere.
Bergamo, Teatro Creberg, 3 febbraio 2007
Visto il
al
Astra
di Schio
(VI)