Danza
ORO

Magico Sieni

Magico Sieni
Ospite di VIE 2009 Virgilio Sieni presenta Oro, ciclo di quattro coreografie che trae spunto dalla potenza drammaturgica del poema filosofico-enciclopedico di Lucrezio, De Rerum Natura. ORO, che ha visto la prima rappresentazione assoluta al Ravenna Festival 2009, si può considerare il naturale sviluppo della precedente produzione “La Natura delle cose” (Novembre 2008). Virgilio Sieni costruisce in Oro un percorso poetico in quattro piéce, incentrate sulla preziosità del gesto come evocazione del tempo e si inoltra nel De rerum natura attraverso un percorso nelle età dell'uomo. I quattro momenti in cui si articola lo spettacolo sono quattro domande al tempo: sull'età del corpo, l’origine delle cose, il tempo, il senso dell’attesa, la cecità e la vista, la morte. La prima scena si sofferma sul senso dell’equilibrio: una danzatrice con una sbarra da equilibrista incontra uomini anziani. Nella seconda scena una danzatrice e una anziana ballerina si muovono in un travaso di gesti in simbiosi, affiancate da cinque danzatrici in erba che ne assorbono l'energia. Nella terza scena due non vedenti con cinque bambine: un viaggio nella lentezza di due corpi proiettati in un sentire interiore. La quarta scena muove dalla descrizione della peste di Atene nel VI libro del De rerum natura: rappresenta la morte di cinque gemelli. I danzatori appaiono come un unico corpo che si sostiene dall’interno, capace di osservarsi, di moltiplicare lo sguardo e il tatto, nel contatto continuo di un corpo con l’altro, di presenze unite come cordoni ombelicali. Il disegno coreografico è un intarsio di figure geometriche, di pieni e di vuoti che si riversano con lentezza l’uno nell’altro. La musica è una creazione originale di Francesco Giomi, compositore e direttore del centro Tempo Reale Firenze fondato da Luciano Berio nel 1987. Evidenti i suoi studi di arte e di architettura, Sieni è attento alle diverse espressioni artistiche, e spesso procede per contaminazioni facendo saltare i confini fra i diversi linguaggi, collaborando con artisti, compositori o musicisti. Dal 1997 ha cominciato a creare con la Compagnia una serie di spettacoli ed eventi ispirati alla leggenda, alla fiaba ed al mito. Questo spettacolo è certamente un esperimento teatrale tra i più significativi e stimolanti sviluppati nelle ultime decadi. La qualità di questo lavoro consiste soprattutto nel fatto che Sieni confronta la danza con le altre espressioni visuali, abbandonando un vocabolario costrittivo e nostalgico di passi e figure, che spesso costituisce la modalità in cui viene proposto il repertorio accademico. Il suo impegno è retrocedere da una forma di danza e di messa in scena soggiogata alle leggi di rappresentazione consuete e, sulla scia di tutti i contributi che possono venire dall'arte contemporanea e dal teatro sperimentale, far diventare la sua coreografia “adulta” ed internazionale. Sieni fissa le posizioni nello spazio in scene che hanno la stessa natura di installazioni artistiche o moderni gruppi scultorei. La sua performance fa assurgere la coreografia al rango di vera arte teatrale completa, trasformando lo spettacolo nella celebrazione di un rito, e il linguaggio mimico dei danzatori si stempera in una dimensione espressiva che non è solo quella della scena teatrale, ma anche quella figurativa e iconografica delle arti visuali. In questo suo ultimo lavoro la sua ricerca di un linguaggio personale si conferma non essere un mero esercizio stilistico, ma tendere ad un processo di trasformazione della tecnica tersicorea e dei suoi contenuti in una forma essenziale ma pregnante di “lessico”. Dal suo spettacolo è evidente come il movimento e il corpo vengono usati quali strumenti per una ricerca continua di un linguaggio fatto di miriadi di parole e frasi, grammatiche, segni e immagini: forme in continua espansione, costituite da figure e congiunzioni che non arrivano mai a poter essere codificate in un lessico di repertorio.
Visto il 16-10-2009