L’Outlet di Cinzia Leone.
Probabilmente, la scelta della formula spettacolo-monologo va a penalizzare quelle che sono le naturali corde istrioniche della pur trascinante Cinzia Leone. L’incontenibile carisma dell’attrice comunque, riesce in definitiva a mantenere intatta l’ironica efficacia di “Outlet”, scongiurando un potenziale rischio di perdita del ritmo comico.
Temi importanti e contingenti sono i veri protagonisti dello show, uno su tutti ovviamente il consumismo sfrenato che ci vede inconsapevoli vittime, e le drastiche condizioni economiche in cui vessano le famiglie italiane medie.
Con lucida ironia si inscena il potere ammagliante dell’ultima creatura di questo ormai consolidato e inculcato andamento, ovvero la perversa logica dell’outlet. Stordito e bombardato dalla miriade di offerte “irrifiutabili”, il povero acquirente viene trasfigurato dall’attrice, in una sorta di pellegrino alla strenua ricerca dei sacri comandamenti: “prendi tre paghi due”.
Cinzia Leone scherza con accanimento, alla sua romanesca maniera, sull’acritico consumo e sui meccanismi con cui i labirintici centri commerciali ammorbano la nostra società. Uno scherzo però che fa presto a tramutarsi in amara consapevolezza, riguardo ad una condizione radicata che ci vede tutti più o meno coinvolti.
Oltre al filone portante, continua la personale e giustificata critica di Cinzia, alla televisione e soprattutto ai vuoti personaggi pronti a tutto per entrarvi.
Sul finale c’è anche spazio per un esilarante scorcio del suo passato spettacolo "Rodimenti", parte questa, che valorizza l’arte trasformista dell'artista.
Firenze - Teatro Puccini – 30/10/2008
Visto il
al
Vittoria
di Roma
(RM)