Prosa
PORNOBBOY

CRONACHE DI ORDINARIO DELIRIO ESISTENZIALE

CRONACHE DI ORDINARIO DELIRIO ESISTENZIALE
Pornobboy, andato in scena il 22 e 23 gennaio all’ITC Teatro di San Lazzaro, è lo spettacolo che inaugura la rassegna "INTERSCENARIO Le generazioni del nuovo", progetto ideato e realizzato dai tre soci del Premio Scenario presenti nel territorio bolognese: Centro La Soffitta del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna, Compagnia del Teatro dell'Argine e Teatri di Vita, in collaborazione con Associazione Scenario, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Comunale A. Testoni di Casalecchio di Reno. Pornobboy, lavoro più recente della giovane compagnia Babilonia Teatri, già vincitori dell’edizione del Premio Scenario 2007, è un’istantanea che fotografa con ironia e disincanto le contraddizioni e le incoerenza della realtà del nostro tempo. È una denuncia feroce dello stato di totale asservimento mediatico in cui ci troviamo: lo spettacolo è un flusso di parole, secche, taglienti, precise che vivisezionano con minuzia il nostro rapporto morboso con i media e l’informazione. Siamo costantemente a caccia di particolari scabrosi, all’affannosa ricerca di ulteriori informazioni, di qualcosa in più da sapere, per giudicare, condannare ed emettere la nostra sentenza. Più sappiamo più vogliamo sapere, non siamo mai sazi, ma il nostro non è reale interesse mosso dalla volontà d’informarsi, quanto piuttosto un interesse morboso e malato, un “bulimico voyeurismo” che troppo spesso assume caratteri “pornografici”: l’Italia, o meglio l’Italietta, è fatta di “inguaribili” guardoni, e spacciatori di immagini, di gossip, di scoop, di violente intrusioni – fini a se stesse - nel privato e nell’intimità delle persone, di opinioni qualunquiste, di luoghi comuni, di “sentito dire”. Scarno, essenziale, minimalista, lo spettacolo concede poco spazio all’estetica, è un attacco secco, crudo, diretto, ma non urlato. In questo spettacolo i Babilonia Teatri, Valeria Raimondi, Enrico Castellani e Ilaria Dalle Donne, compiono un ulteriore passo avanti nel loro personale percorso di ricerca: il lavoro è più rigoroso, asciutto, tagliente dei precedenti, non c’è un momento di cedimento in questo loro atto d’accusa. Non c’è interpretazione, né recitazione, il testo è efficace e per nulla indulgente, costituito da materiali eterogenei, si caratterizza per le assonanze e l’associazione di immagini e di idee, per le contrapposizioni e i parallelismi, per il ritmo incalzante, per l’ironia intelligente e giocosa, ma anche pungente. Forse quella dei Babilonia più che una vera e propria denuncia sociale, culturale, di costume, è una semplice constatazione dello “stato dei fatti”, che travolge il pubblico e lo lascia senza fiato: non c’è un momento di incertezza o debolezza, questo singolare “atto d’accusa”, presa di coscienza dello “stato delle cose” non ha pietà di niente e nessuno, né di chi parla né di chi ascolta. Lo spettacolo Pornobboy, scritto da Enrico Castellani e Valeria Raimondi, si svolge in uno spazio segnato dai tre corpi immobili degli interpreti: le espressioni del loro volto sono neutre, inesistenti, i loro volti non sono rassicuranti né sorridenti; tre attori per una voce sola, privata di ogni traccia di umanità, che in modo puntuale e rigoroso letteralmente ci “vomitano” addosso parole in successione, a volte accostate senza un’apparente logica, che riescono – volutamente - a far divenire banalità la riflessione più profonda. Le loro parole sono dure, cupe, rabbiose, ci rimangono incollate addosso, il loro flusso è interrotto da lunghi e prolungati silenzi, opprimenti, che rendono inquieti, che danno fastidio, che rendono nervosi. Stanno davanti a noi, in posizione da marines, gambe larghe e braccia lungo il corpo, non concedono niente alla poesia, nulla all’estetica: un ammasso di notizie da consumare velocemente e indifferentemente. Il loro atto d’accusa è una sorta di preghiera laica, i tre attori all’unisono ci parlano di un io presente e vivo solo nella morbosità di conoscere la scabrosità, nelle notizie confezionate dai mass media. Lo scioglilingua caustico e satirico dei Babilonia Teatri potrebbe continuare all’infinito, lo spettacolo vive del solo codice vocale di un’unica voce, nella totale immobilità del corpo, che termina in una sospensione, con la fagocitazione dei tre attori ad opera di una massa enorme e spumosa, una sorta di “blob” avvolgente e viscido, un mare di schiuma-sperma nel quale sprofondano, si fanno inghiottire i tre attori: è l’orgasmo straripante e travolgente di un preservativo rotto, dove cadono affondando gli ideali e i principi del nostro secolo.
Visto il 23-01-2010
al ITC di San Lazzaro Di Savena (BO)