Da oltre vent’anni, la compagnia di Marie Chouinard trionfa su tutti i palchi del mondo con l'incandescente assolo Prélude à l’après-midi d’un faune e il fiammante Le sacre du printemps. E come se l’impegno di cimentarsi con questi capolavori, sia musicali sia coreografici, non fossero abbastanza, Marie Chouinard prova a moltiplicarne la potenza.
Prélude à l’après-midi d’un faune, del 1994, è una chiara e quasi fedele riproposta delle suggestioni della coreografia con la quale Nijinsky diede scandalo nel 1912, ma nel dare corpo a questa figura mitica Marie Chouinard non riesce a rendere il naturale cromatismo della musica di Debussy. La coreografa immagina una danza agita di profilo, come prima di lei già Nijinsky, schiacciata bidimensionalmente, e rappresenta le sette ninfe seducenti del lavoro originale con sette raggi di luce. La colonna sonora è integrata da suoni prodotti da trigger collegati al corpo della danzatrice, e il risultato musicale è interessante, ma scollegato dalla mimica tersicorea. Poi questo assolo sincopato viene trasposto sulla musica di Debussy, dando vita a Prélude à l’après-midi d’un faune. Trasposto, appunto non integrato, non reso complementare o affiancato. Solo trasposto, una mera traduzione mimica che fa desiderare di assistere all’originale di Nijinsky e dà l’idea di assistere a qualcosa di incompleto, di bruscamente e maldestramente ridotto. In quest’occasione Marie Chouinard non riesce a creare un prodotto originale, che non sembri solo la trascrizione più povera e con mimica più attuale del meraviglioso cammeo a cui si rifà.
Con Le sacre du printemps, del 1993, Marie Chouinard ha deciso di creare, per la prima volta, una coreografia su una partitura musicale esistente. Ha chiaramente ritrovato nella coreografia firmata da Nijinsky la pulsazione caratteristica della sua stessa gestualità, ma si allontana dalla traccia coreografica del 1913 e dal mito che sta all’origine dell’ispirazione dell’opera di Igor Stravinsky per creare semplicemente una ode al solo primo alito di vita. Lo fa con assoli, duetti e terzetti che si succedono o vengono danzati contemporaneamente. Audace esplorazione del potere evocativo del corpo, questa coreografia è certamente singolare , esalta gli impulsi istintivi e vitali in una danza flessuosa, in cui il respiro e la voce sono coprotagonisti. Seni nudi, corpo rivestito di corna, capelli scarmigliati, movimenti febbrili, e convulsi uniti alla singolare bellezza della coreografia di Marie Chouinard portano sulla scena tutta la animalità umana. Qui Marie Chouinard ha cercato davvero un nuovo vocabolario di sequenze che si combinano dando vita ad una nuova grammatica coreografica, una nuova musica interiore. Le Sacre du Printemps qui è fuoco, è materia organica sospesa tra cielo e terra. Con questo secondo cimento ritroviamo Marie Chouinard disegnatrice di luci, fotografa, regista, quell’artista poliedrica che ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti.
Danza
PRéLUDE A L'APRèS-MIDI D'UN FAUNE - LE SACRE DU PRINTEMPS
Nijinsky e lo stile del Quebec
Visto il
13-10-2015
al
Comunale
di Ferrara
(FE)