Seconda tappa della trilogia ispirata alla Divina Commedia di Dante, POPOPERA (dal pre-titolo [purgatorio]) ha una maggiore organicità del precedente Hell, risultando un allestimento più compiuto e sostanzialmente più riuscito. Ispirandosi alla leggerezza e disinvoltura della musica pop (dal musical alla radio, alcuni brani dei quali cantati dal vivo da una vera cantante) le coreografie pur mantenendo le stesse caratteristiche del lavoro precedente (imprecisione, individualismo delle coreografie, assenza di veri quadri organici che coinvolgono più danzatori) ha qui un sostrato più determinante ed efficace nel dare spessore alla costruzione dell'allestimento.Un rapporto diretto con la musica, con il suo essere pop(ular) proprio come le coreografie, dirette a un consumo immediato da parte del pubblico, senza una ricerca di significati secondi o ulteriori. Ne risulta uno spettacolo piacevole, anche se con qualche lungaggine, nel quale i danzatori di Greco hanno modo di dimostrare l'alta capacità fisica che possiedono e che il coreografo richiede loro.
Quello che ci domandiamo, e che la coreografia non sembra spiegare, è dove sono i riferimenti al purgatorio, dantesco o meno, che, almeno agli occhi di chi scrive, sono totalmente assenti e i cui riferimenti rimangono un gran mistero, un'intenzione non esplicitata del coreografo. Durante la visione però ce se ne dimentica subito presi dal vortice della danza di Greco, che si distingue per una concezione più vicina all'intrattenimento che alla ricerca coreografica, ma lo stesso godibile.
Il pubblico, come per la precedente prova, plaude soddisfatto.
Visto il
18-10-2009
al
Valle Occupato
di Roma
(RM)