Il Meta è un genere ostico per il pubblico.
Perché l’autore forza il patto che si instaura sempre tra fruitore ed attore, portandolo al livello successivo, mostrando la sovrastruttura che contiene entrambi.
Il Meta mostra quella parte del mondo che sta dietro, oltre lo specchio della recitazione. È un linguaggio potente, se ben scritto, ma pericoloso, se non dosato correttamente; in grado di catapultarci non solo dentro ad un mondo, ma anche al di dentro, per far comprendere a tutti le illusioni che creiamo nel vedere uno spettacolo.
Sta proprio qui la forzatura. Il patto silente tra spettatori e teatranti viene frantumato, per essere ricostruito ancora.
“Questa sera si recita a soggetto” è uno spettacolo che mostra i meccanismi del teatro.
La prova del nove per scoprirne il successo è quando il pubblico non capisce più se quello che vede è voluto o involontario.
Seguendo questa logica lo spettacolo è stato apprezzato: infatti al momento dell’intervallo la gente non capiva se potesse alzarsi o meno. Solo le luci in sala hanno chiarito il da farsi.
Il testo è scorrevole e gli attori erano in grado di sostenerlo adeguatamente. La regia è solida e lineare, con pochi ma sufficienti orpelli in grado di sottolineare la fortissima ironia del testo.
Ma una piccola considerazione di carattere stilistico si pone: sebbene il testo di Pirandello sia eccellente, non sarebbe stato possibile aggiornarlo al linguaggio attuale, per aumentarne il potere illusorio?
Mi spiego meglio: il testo da il dubbio che non esista un copione, che in effetti si segua solo un soggetto di massima, ma l’inganno si disvela troppo rapidamente con l’utilizzo di parole e modi di dire desueti, tipici di Pirandello (morto nel 1936). Questa riflessione nasce dall’osservazione della platea del Teatro Concordia: molti spettatori avevano un età tra i quindici e venticinque anni. Alcuni modi di dire non sono attuali e, opinione personalissima, con un lavoro di “aggiornamento” del linguaggio sarebbe stato più facile calarsi nello spettacolo.
L’altra considerazione che mi sento di dover fare è di carattere tecnico. Nel teatro l’utilizzo dei microfoni è una scelta opinabile. Ma l’utilizzo dei cardioidi (microfoni in grado di catturare al meglio suoni provenienti dal fronte) con funzione di supporto non credo sia stata una delle scelte più apprezzabili, in quanto certe scene non avevano il sufficiente sostegno sonoro, mentre altre fin troppo. I microfoni erano a livello del palco, ed ogni passo effettuato dagli attori diventava preponderante.
Rimane comunque ottimo il lavoro della compagnia appieno e dei tecnici, ed è sempre un piacere per gli occhi vedere un “classico moderno” di stirpe italiana.
Questo nell’attesa di vedere i prossimi capolavori della produzione autoctona.
Prosa
QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO
Il Meta, Pirandello e l'Illusione della verità.
Visto il
23-11-2012
al
Della Concordia
di Venaria Reale
(TO)