Classica
QUINTETO ASTOR PIAZZOLLA - OMAGGIO AD ASTOR PIAZZOLLA

Un quintetto di prestigio ed un'orchestra sinfonica per ricordare Astor Piazzolla

Omaggio ad Astor Piazzolla
Omaggio ad Astor Piazzolla

Un duttile complesso di cinque elementi era la formazione prediletta di Astor Piazzolla (1921-1992), perfetta per il suo modo di intendere ed eseguire la sua musica. E' perciò che nel 1960 decise di mettere in piedi il suo primo quinteto che considerava – sono parole sue - «un’equilibrata riduzione della grande orchestra»

Un piccolo ensemble adatto per portare avanti il suo progetto di sottrarre il tango dal folklore e di portarlo fuori dalle sale da ballo, elaborandolo in maniera del tutto originale e proiettandolo nella modernità - tanto che la musica amava definirla “tango d'avanguardia”- agendo da compositore completo qual era, allievo anche della grande Nadia Boulanger.

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Piano, violino, chitarra, contrabbasso e naturalmente il bandoneón - diatonico o cromatico che sia – vale a dire l'agile versione di fisarmonica che mai può mancare in una formazione tanguera: la stessa formazione scelta e patrocinata da vent'anni dalla Fundación Astor Piazzolla di Buenos Aires, sorta con lo scopo di divulgare il patrimonio artistico argentino. Ed alla quale è stato assegnato il nome di Quinteto Astor Piazzolla, con il compito di riscoprire e mantenere in vita il vasto catalogo di Piazzolla.

Un ensemble per Piazzolla

Il Quinteto Astor Piazzolla – attualmente formato da Barbara Varassi Pega al piano, Serdar Geldymuradov al violino, Armando De La Vega alla chitarra elettrica, Daniel Falasca al basso, e Pablo Mainetti al bandoneón – è ora lanciato in una lunga tournée mondiale, combinata in occasione del centenario della nascita del maestro argentino. Tournée che ha toccato nelle sue tappe italiane, avvalendosi del sostegno dell'Orchestra Filarmonica Salernitana, anche il Ravenna Festival 2021.


E la loro prestazione, che riempie la prima parte della serata, è ovviamente una lunga carrellata di partiture del grande maestro di Mar de La Plata, autentico cittadino del mondo, ma rimasto sempre legatissimo alla sua terra natale: Byuya, Caliente, Milonga loca, Thriller, Escualo, Revirado, Verano porteño (da Las cuatro estaciones porteñas), per concludere con La muerte del ángel. Brani in cui sono i virtuosismi di violino e bandoneón a condurre in prevalenza il gioco, pur lasciando ampio spazio agli altri strumenti.

Arriva l'orchestra, ed il tono sale

Nella seconda parte sale sul podio dell'orchestra Andrés Juncos, maestro argentino di nascita e spagnolo d'adozione. Si muove d'abitudine in campo operistico – attualmente collabora con l'Ópera di Granada - però alle prese delle non sempre facili partiture di Piazzolla se la cava benissimo; d'altro canto, un'opera squisitamente porteña quale l'opera-tango Maria de Buenos Aires se la porta in tasca.


Con lui ritorna in palcoscenico Pablo Mainetti insieme al suo strumento, per porgere quattro intriganti brani accompagnati da un'orchestra d'archi, piano e percussioni: Adios nonino (Nonino era il nomignolo del padre Vicente, morto nel 1959, cui è dedicato il brano), Fuga y misterio, Oblivion ed il Concierto para bandoneón y orquestra, che il suo editore volle intitolare Aconcagua perché lo considerava il vertice della sua inventiva musicale. Ed arriva infine il momento di eseguire, tutti insieme, il celeberrimo Libertango nella sua versione sinfonica, destando l'incondizionato entusiasmo del pubblico presente.

Al pari dell'altro bell'omaggio a Piazzolla, quello offerto due giorni prima alla Rocca Brancaleone dai sax di Marco Albonetti e dall'Orchestra Filarmonica Italiana, nel concerto dal titolo Romance del diablo. Prima ancor c'era stata anche Maria de Buenos Aires diretta da Jacopo Rivali (e con la regia di Carlos Branca), ma questo spettacolo è ancora in tournée, potete raggiungerlo qua e là.

Visto il 15-07-2021
al Pavaglione  di Lugo  (RA)