Prosa
RACCONTI, SOLO RACCONTI

Contrariamente a quanto il ti…

Contrariamente a quanto il ti…
Contrariamente a quanto il titolo lascerebbe intendere, questo recente lavoro di Ugo Chiti non s’iscrive nel filone – oggimai sovrabbondante – del teatro «di narrazione». Le quattro storie sono drammatizzate in una scenografia appena accennata, dove il testo scenico è talora intercalato da brevi intrusioni narrative che però non surrogano l’azione, ma la condensano ai momenti essenziali, oppure la integrano come una sorta di pensiero emotivo. I racconti di Chiti sono fiabe del quotidiano, composte con grande sapienza drammaturgica e una rara attenzione alla parola; piccoli, esemplari frammenti di vita contemporanea che vengono elaborati in forma di storia breve e restituiti in un’esposizione asciutta e stilizzata. Una verismo tragico, certamente più vicino alla crudezza di Verga che non al bozzettismo di Fucini. Sin dal primo racconto, che esordisce come fiaba tradizionale e si chiude con uno spietato dramma, si avverte la distanza di prospettiva rispetto ad una favolistica moraleggiante o consolatoria. Le quattro storie mettono insieme il racconto di un’umanità dolente, passionale, disperata, e perciò autentica; una sorta di epica popolare cui la ricchezza e il rigore del linguaggio conferiscono grande forza espressiva. Magnifica l’interpretazione attoriale, che trova ovunque la misura esatta per affrontare l’impasto drammaturgico senza ingannare né col manierismo né con la retorica. Dalla generosa magliana di Giuliana Colzi al poeticissimo barbiere di Dimitri Frosali, tutti i personaggi sostengono la scena con lucida intensità, facendo di questo lavoro un formidabile affresco dell’esistenza silenziosa. Il Pozzo e il Pendolo - Napoli, 14 novembre 2006
Visto il
al Villa dei Leoni di Mira (VE)