Danza
RAIN DOGS / BLISS

Due coreografie per l&rsqu…


	Due coreografie per l&rsqu…

Due coreografie per l’Aterballetto, compagnia prestigiosa e stimata: Workwithinwork, classico di William Forsythe sui Duetti per due violini di Berio, e Rain Dogs, dello svedese Johan Inger del Nederlands Dans Theater, sulle note dell'omonimo album di Tom Waits, un jazz-blues contaminato da sonorità dinamiche e sperimentali con incursioni folk e rock.
Workwithinwork è un balletto epico che mette in scena un pensiero in movimento con  un’articolata e complessa sintassi coreografica: stati d’animo archetipici vengono visualizzati per mezzo di corpi in movimento, che trasmettono un profondo lirismo. L’unità di misura di questa coreografia è la forma del duetto, che nel corso del balletto si replica in passi a sei, a otto, a dieci. In questa coreografia la rarefazione onirica accompagna i passi corali, la stasi si intreccia alla cinesi. I diciannove interpreti (diciotto aveva stabilito Forsythe) danno al  linguaggio classico una lettura dinamica contemporanea, che non manca tuttavia di richiamare l’Apollon Musagète e l’Agon di Balanchine né le coreografie di Fokine. Il neoclassicismo di Forsythe ne risulta espresso con eleganza e contemporaneamente spicca l’allusione alla coreografia accademica, anche se attraverso l’anticonvenzionalità compositiva. Una serie ininterrotta di fluidità tra evoluzioni e rivoluzioni, che emergono da insiemi più ampi, impersonali, ma al contempo appassionati; un incontro di potenzialità fisiche, movimenti che nascono da uno squarcio nell’aria, che pare vadano a ricercare il limite fisico, in parte compromesso dalla ancor limitata familiarità  della compagnia con l’universo Forsythe degli anni Novanta, che libera i ballerini dalle  logiche convenzionali. Rapisce per suggestione la scena costituita solo dai ballerini che si fondono e affiorano dal nero del fondo.
Rain Dogs è un sogno blues metropolitano: si alza il sipario, una coltre di fumo invade la scena. Avvolta in quella nebbia una fila di danzatori si muove all'unisono. Da questa fila i ballerini si staccano uno ad uno, per subito rientrarvi e disperdersi ancora, mentre una pioggia di pulviscoli cade ininterrotta. Tra luce e buio, appare un enorme pupazzo bianco, un cane fumante. I danzatori schierati frontalmente strisciano a terra, girano in cerchio, compongono terzetti e duetti, si rincorrono, si baciano, si seducono, spariscono e ricompaiono con abiti maschili e femminili scambiati. E intanto lo spazio buio è illuminato superbamente da ampi fasci di luci che sottolineano la forte teatralità delle visioni di Inger: oniriche, ironiche, dure e morbide, che diventano racconto di relazioni interpersonali, di comportamenti umani. La coreografia di Inger allude all’acre odore della pioggia sporca, della strada, di esistenze alla deriva, e con leggerezza interpreta le storie intime di Tom Waits e l’Aterballetto riesce a ricalcarne la forza espressiva.

Visto il 12-10-2013
al Municipale Romolo Valli di Reggio Emilia (RE)