Il Recital di Corrado Guzzanti è uno show costruito su fondamenta solide grazie a un meccanismo congegnato ad arte. Il pensiero – Guzzanti ha prodotto un testo dove l'elemento comicità non scade mai nel qualunquismo ideologico – azione fin troppo facile – per chi si occupa di satira, ancor più se virata sul politico. Il comico (categoria però fin troppo riduttiva per lui) evita sapientemente la facile battuta o la versione parodistica nel dileggiare il politico di turno; un genere assai scontato e abusato visto troppe volte in televisione, da cui non esce nessuna riflessione, bensì un intrattenimento leggero, assai compiacente con il potere a cui non viene scalfito nulla nel suo status quo. Di tutt'altra pasta è intessuto lo spettacolo proposto da Guzzanti con due ottime spalle: Marco Marzocca, uno stralunato Padre Federico, sacerdote impegnato nel tentativo di educare le nuove generazioni ai rischi della droga e dello sballo in discoteca, e Caterina Guzzanti, nelle vesti luccicanti di una Miss Italia sciocca e tonta, e come rovescio della medaglia, Maria Stella Gelmini, ministro della Pubblica Istruzione, che poi tanto diversa dal personaggio precedente non è, svenevole e impacciata nel sembrare la sorella della valletta. Il mattatore però è lui: Corrado, capace di indossare i panni di qualunque e di farne un ritratto impietoso, scavando a fondo nella psicologia – attitudini – tic e quant'altro serva a far capire come vive, respira, ragiona, il personaggio pubblico preso di mira. E allora, ecco Giulio Tremonti, acconciato come un ministro del Re Sole, intervistato da una voce graziosa e petulante fuori campo. La parodia è superlativa: man mano che le risposte prendono una piega surreale, si va a finire in un discorso non -sense, e tagliente nel denunciare il dissesto economico della nazione, con tanto di spiegazione filosofica-scientifica sul “bacarozzo e il sorcio”, uniche creature adatte a sopravvivere. È un crescendo continuo di gag strepitose e sequenze dove appaiono Bertinotti, la mitica quanto stupefacente Vulvia, conduttrice platinata e strampalata alle prese con il suo Rieducational Channel. Una via di mezzo tra Moana Pozzi e Valeria Marini. Immancabile c'è anche Quélo, diventato unn mito tra i fan di Guzzanti, un Gabriele La Porta finito in una clinica per malati di mente, e la new entry Antonio Di Pietro, praticamente il suo clone. Si ride molto in Recital, ma con la possibilità di interrogarsi, di chiedersi fin dove arriva il confine tra realtà e finzione. Il pubblico ha la possibilità di porsi la domanda: “perché Guzzanti mi fa sorridere e ridere?”, e lo fa confrontandosi sia durante lo show irresistibile, sia dopo essere uscito appagato. Il finale è a sorpresa, non te lo aspetti. Sul grande schermo appare un Gianfranco Funari, imitazione talmente fedele da farci credere sull'istante che sia lui registrato prima della sua scomparsa. Parla a Guzzanti e a al pubblico, mentre Corrado è fuori scena. Ci rimbrotta tutti e la sua sagacia colpisce a fondo. Tre ore di puro divertimento.
Visto il
26-11-2009
al
Palasport
di Bolzano
(BZ)