Ancora fino a domenica le repliche de Riccardo III in scena al Silvano Toti Globe Theatre di Roma, la suggestiva struttura che ricostruisce filologicamente il più famoso teatro del periodo elisabettiano.
Spettacolo interessante e tutto da seguire, senza cedimenti di tensione. Maurizio Donadoni, nel ruolo del protagonista, rende molto bene una parte non facile: Riccardo ha una personalità istrionica e manipolatrice e, grazie ad essa, la conquista del potere, scopo della sua vita, si realizza attraverso una malvagità in cui non manca una potente ironia, in un crescendo di efferatezza irrefrenabile. Come ogni tiranno che si rispetti cerca complici che poi eliminerà uno ad uno, sospettandoli di tradimento, divorato da una brama di potere sempre più folle, che lo condurrà alle soglie della schizofrenia.
Questa la lettura del regista Marco Carniti, che definisce questo spettacolo come “un incontro psichiatrico con il ‘mostro’ che è in tutti noi” e che permette, a chi vi assiste, di “entrare nella mente del protagonista” per seguire, passo dopo passo, il suo progredire verso l’abisso più nero.
Memorabile la scena in cui Margherita d’Anjou, interpretata da una strepitosa Melania Giglio, maledice i suoi nemici, divorata da un accecante desiderio del loro annientamento, dopo che marito e figlio sono stati uccisi. La sua figura aleggerà poi per tutto il tempo, evocata costantemente, per risolversi quando, in una scena di sole donne, insegna alle altre, vittime come lei della furia di Riccardo, a provocare, attraverso le maledizioni, la rovina dell’avversario.
In una scenografia scarna, limitata ad un’unica passerella rossa, si muovono in modo convincente gli altri interpreti e, in particolare, Gianluigi Fogacci (Buckingham), Pia Lanciotti (Elisabetta) e Federica Bern (Lady Anna).
Paola Pini