Prosa
RITTER, DENE, VOSS

Pietro Babina rilegge l'opera di Bernhard.

Pietro Babina rilegge l'opera di Bernhard.

Ritter, Dene e Voss sono tre fratelli, tre personaggi ai limite della follia, figli del ricco industriale Worringer. La vicenda  surreale e grottesca si svolge nell’abitazione di famiglia, dove vivono le due sorelle Ritter e Dene, attrici, in attesa del fratello Voss, filosofo, che si è fatto volontariamente rinchiudere nel manicomio di Steinhof, dal quale saltuariamente viene convinto a ritornare a casa dalla sorella Dene, contro il parere di Ritter. Il personaggio maschile,  Voss, viene introdotto da una scena che ne evoca la follia, contrastata o giustificata dalle due sorelle intente a leggere il giornale o a preparare meticolosamente la tavola. Entra in scena il filosofo ed il dialogo si fa più alto, il confine con la follia viene viene sfiorato, con un delicato equilibrismo che si rompe, infine, con la tovaglia che vola trascinando con sé antiche stoviglie e pezzi di società consciamente orientata all'autodistruzione. Oscillando tra la repulsione per i dottori, l'odio per il teatro e la lucida visione dell'arte che non va sostenuta, il fratello, Voss, costringe le sorelle a rivelarsi. Doppi sensi e seduzioni tormentate svelano i rapporti incestuosi che legano i tre protagonisti: si celebra lo sfacelo della famiglia.
Il grande autore austriaco Thomas Bernhard scrive testi apparentemente solo alti e gelidi che riescono ad innervarsi e a diventare capolavori grazie agli attori che gli danno vita, passando dai vertici filosofici alle contaminazioni più basse proprio come nella vita: alla depressione segue l’euforia, alla lucidità lo sconquasso. Questo Bernhard, dove i tre fratelli Ritter, Dene e Voss si confrontano in un gioco al massacro dissacrante e lucido, prende vita grazie alle interpretazioni di Francesca Mazza, Renata  Palminiello e Leonardo  Capuano,tre attori che si addentrano nel gioco della vita che si fa teatro per una superba partita. La regia di Pietro Babina rimane ai confini della follia, su quel limite in cui il desiderio di staccarsi dalla realtà non è sufficiente per liberarsi definitivamente di un fardello razionale, in un limbo dove si è costretti ad osservare morbosamente il proprio mondo andare alla rovina. I tre attori scelti da Babina  si donano magnificamente ad un testo spietato, distruttivo, illuminante. Il regista muove sapientemente i tre personaggi nell’atmosfera austera, pesante di una borghesia decadente. Bernhard è stato un provocatore del suo tempo e Ritter, Dene, Voss, direttamente dai  nomi dei tre attori tedeschi che per primi lo interpretarono nel 1986, Ilse Ritter, Kirsten Dene e Gert Voss, è un testo sopra le righe, ma riletto da Pietro Babina con un sapiente equilibrio tra sarcasmo, ironia, battute pungenti e riflessioni contorte.
In conclusione la lettura che Pietro Babina dà di questo testo si traduce in due ore in cui un’accurata regia ed una eccellente interpretazione fanno del testo di Bernhard un magnifico racconto della nostra decadenza.

Visto il 16-12-2015