Danza
ROMEO E GIULIETTA

Alla Scala Romeo e Giulietta tra teatro e danza

Alla Scala Romeo e Giulietta tra teatro e danza

Mette a dura prova danzatori, cantanti e coro la coreografa tedesca  Sasha Waltz alla quale il Teatro alla Scala ha affidato il compito di aprire la nuova stagione di balletto 2013 del teatro, con la messinscena di “Roméo et Juliette” su musica di Hector Berlioz con la direzione di James Conlon, una coproduzione della Scala con la Deutsche Oper Berlin e l’Opèra National de Paris.


Per quasi due ore i ballerini danzano su una piattaforma  inclinata, con una pendenza che mette loro in difficoltà non solo dal punto di vista tecnico perché devono compiere giri, lift, prese e passi a due affrontando una pendenza alla quale solitamente un danzatore non è abituato, ma soprattutto perché devono entrare in uno stile completamente diverso da quello a cui sono tradizionalmente abituati. Sasha Waltz richiede loro un movimento organico, naturale, che oltrepassa la tecnica classica, la rende naturale facendola sconfinare nella danza contemporanea e più avanti ancora nel teatro danza.

Per questo richiede loro di emozionare, di esprimere il vissuto di ognuno di loro, di trasmettere emozioni e sentimenti che questo balletto romantico ha in nuce e nel quale la narrazione subisce continui scarti temporali e non segue il filo logico al quale siamo solitamente abituati  nell’opera shakespeariana. Dal punto di vista scenografico la scelta di far danzare i  ballerini su una piattaforma inclinata, ha una sua ragione ben precisa, ovvero quella di dare una immagine spaziale molto più moderna del consueto balcone di Giulietta al quale lo spettatore è solitamente abituato. A metà balletto infatti la piattaforma si alza creando un secondo piano che simula così il balcone di Giulietta. Lo spazio scenico viene perciò suddiviso in due piani sopra e sottole i quali idanzatori compiono le loro evoluzioni.

Una separazione che sembra scenicamente simboleggiare la divisione tra le due famiglie, Montecchi e Capuleti, rigorosamente vestiti con costumi di richiamo elisabettiano di colore bianco e nero, molto essenziali ma nello stesso tempo visivamente d’effetto e completati da grandi cappelli di forma geometrica, indossati anche dai componenti del coro. Quest’ultimi in particolare, coinvolti in alcune momenti nell’eseguire movimenti di scena  che implicavano l'uso del corpo attraverso movimenti delle braccia e del busto. Evoluzioni sicuramente non facili da fare durante l’esecuzione delle parti cantate. In questo caso la scelta registica di Sasha Waltz era quella di coinvolgere nel movimento anche i cantanti, come anche il basso Nicolas Cavalleir e il tenore Leonardo Cortellazzi e il mezzosoprano Ekaterina Semencher che compaioni in scena a piedi nudi eseguendo in alcuni momenti  salti, combinazioni di passi e pirouettes insieme i ballerini. L’introduzione di tali novità ha creato inizialmente delle difficoltà tra i cantanti solisti, i componenti del coro e gli stessi ballerini che in occasione della prima, fissata lo scorso diciannove dicembre, avevano proclamato uno sciopero facendo slittare la prima scaligera. Ma alla fine l’operazione è stata accettata da artisti e pubblico che hanno compreso l’importanza di tali scelte.


Aldilà del fatto che esistono due protagonisti, ovvero Romeo e Giulietta che nella replica vista erano interpretati da una ottima Petra Conti, sensibile, longilinea, energica e armoniosa nello stesso tempo, incarnazione della ballerina classica contemporanea che sa affrontare con intelligenza le nuove sperimentazioni  e da Eris Nehza, un Romeo intenso, energico e nello stesso tempo sensibile e perfettamente in sintonia con la sua partner e con la costruzione coreografica come ancheil convincente e vigoroso Alessandro Grillo nel ruolo di Padre Lorenzo, che crea una perfetta simbiosi con il tenore nella parte danzata, il balletto creato da Sasha Waltz riesce ad essere una opera corale. Soprattutto per l’attenzione con cui la coreografa riesce a far danzare sempre i ballerini che diventano delle proiezioni dei personaggi principali.

Di grande effetto sono soprattutto i momenti i cui i danzatori, a gruppi di tre o quattro, eseguono contemporaneamente più combinazioni di passi oppure disegnano linee geometriche nello spazio creando diagonali, cerchi o altri figure, attraverso l’uso della tecnica del contact, ovvero cercando sempre un contatto fisico l’uno con l’altro senza mai staccarsi.
In alcune scene, come per esempio quella del banchetto e della festa e del gran ballo durante il quale Romeo e Giulietta si incontrano, la coreografa aggiunge passi semplici e provocatori che fanno riferimento al teatro danza, li fa ancheggiare oppure compiere movimenti veloci con le mani facendo simulare loro l’azione del mangiare, le ballerine compiano in scena con dei tutù sfarzosi a piedi scalzi, indossando maschere luccicanti, gli uomini in doppio petto o a torso nudo corteggiano le dame  sfidandosi con salti e grand jetè. La scena finale, quella della morte, si conclude visivamente con un unione del bianco e del nero, dei Montecchi e dei Capuleti che nel segno della morte dei due giovani amanti, trovano una ideale concliliazione.

Milano Teatro alla Scala 

Proseguono fino all’8 gennaio le repliche di Roméo et Juliette, opera coreografica di Sasha Waltz sulla “Sinfonia Drammatica” di Hector Berlioz che coinvolge  Corpo di Ballo, Coro e Orchestra del Teatro alla Scala, tre cantanti solisti e, sul podio, la bacchetta di rango di James Conlon.

 

La prima recita  del 2013 (2 gennaio) ha visto in scena  la solista Emanuela Montanari e il primo ballerino Antonino Sutera:  torneranno a danzare i ruoli di Giulietta e Romeo il  5 e 8 gennaio, sempre accanto a Mick Zeni/ Padre Lorenzo, ruolo che ha ricoperto con successo fin dalla recita di apertura.

Il 3 e 4 gennaio  invece sarà la volta dei  primi ballerini Petra Conti, Eris Nezha e Alessandro Grillo, rispettivamente Giulietta, Romeo e Padre Lorenzo.

 

Visto il 19-12-2012
al Teatro Alla Scala di Milano (MI)