Musical e varietà
RUGANTINO

Rugantino, un ritorno alle origini per uno spettacolo senza tempo

Enrico Montesano - Rugantino
Enrico Montesano - Rugantino © Antonio Agostini

Applausi calorosi per Enrico Montesano, protagonista dello spettacolo "Rugantino", scritto da Garinei & Giovannini. Un omaggio alla romanità e al teatro musicale italiano.

Dopo 40 anni torna in scena lo storico allestimento del 1978 di Rugantino, con Enrico Montesano e le indimenticabili musiche di Armando Trovajoli, le scene e i costumi di Giulio Coltellacci e la regia originale di Pietro Garinei.

Lo spettacolo, scritto da Garinei & Giovannini in collaborazione con Franciosa, Festa Campanile e Magni, è un omaggio alla romanità e al teatro musicale italiano, fortemente voluto da Massimo Romeo Piparo, direttore artistico del Teatro Sistina.

Tra passato e presente

Completando l’ideale trittico iniziato da qualche stagione con Il Marchese del Grillo e proseguito con Il Conte Tacchia, Enrico Montesano interpreta nuovamente il ruolo della maschera romana per antonomasia, che lo ha visto debuttare sul prestigioso palcoscenico romano esattamente 40 anni fa. Una scelta azzardata in partenza, ma dopo aver assistito allo spettacolo ci si rende conto che una critica basata sul physique du rôle è superflua: certamente Montesano ormai non rappresenta più un “bel paino”, come da copione, ma se un testo è scritto bene e un personaggio è rimasto nel cuore del pubblico, l’età anagrafica dell’interprete inevitabilmente passa in secondo piano.

Il mattatore può contare sull’esperienza passata e sull’efficace impronta di una comicità più matura, ma non per questo meno immediata. L’altra metà di una coppia davvero affiatata è Serena Autieri, negli impegnativi panni di una Rosetta decisa, ma forse troppo tormentata interiormente e con qualche sfumatura ancora da smussare.

Antonello Fassari, al suo esordio in una commedia musicale, conferisce al ruolo di Mastro Titta una inedita eleganza, meritandosi gli applausi del pubblico anche con il canto, in particolare nell’interpretazione di È bello avè ‘na donna dentro casa. Edy Angelillo, tra ingenuità e prorompente simpatia, torna a indossare i panni di Eusebia, ruolo già interpretato in una precedente edizione dello spettacolo.


La Roma papalina, tra favola e realtà

Gli applausi più calorosi il pubblico li ha tributati alla spontanea simpatia del Principe Paritelli (Giulio Farnese) e alla sagace, romana esuberanza di sua moglie, Donna Marta (Brunella Platania).

Da segnalare l’efficace e intensa interpretazione di Matteo Montalto nel ruolo del Serenante, in particolare nell’esecuzione della celebre Ciumachella de Trastevere. Il fascino dello spettacolo può considerarsi intatto negli anni; ancora oggi, il pubblico rimane incantato a ogni cambio scena, innescato dal meccanismo girevole ideato da Giulio Coltellacci. Le coreografie di Roberto Croce conferiscono allo spettacolo un taglio intimo e familiare, senza intaccarne il consueto ritmo, piuttosto scorrevole.

Al termine dello spettacolo, Enrico Montesano intona con tutto il pubblico Roma nun fa’ la stupida stasera; ulteriore testimonianza di quanto questo capolavoro senza tempo del teatro musicale italiano continui ad essere apprezzato.

Visto il 27-12-2018
al Il Sistina di Roma (RM)