SABATO, DOMENICA E LUNEDì

Ragù, amore e gelosia

Ragù, amore e gelosia
“Sabato Domenica e Lunedì! è una delle più popolari commedie di Eduardo De Filippo, anche se è tra le poche che non possiamo più ammirare nell’interpretazione del suo autore, poiché l’edizione televisiva che lo vedeva protagonista e regista è andata distrutta in un incendio che colpì l’archivio RAI a fine anni ’60. Una ventina di anni fa, invece, fu portata sugli schermi dalla regista Lina Wertmuller che chiamò ad interpretare i ruoli di Peppino e Rosa Priore, i due protagonisti, Luca De Filippo e nientedimeno che Sophia Loren. Una versione molto personale e non del tutto fedele dall’originale, che però ebbe il suo successo. Particolarmente felice, quindi, l’idea di un gruppo di non professionisti di mettere in scena, senza l’ingombrante modello del Maestro, questa commedia, che lo stesso Eduardo ha dichiarato, in occasione della sua prima rappresentazione a Londra, diretta dal grande Laurence Olivier, aver mutuato dal teatro di Cechov. Infatti i personaggi, dotati tutti di una vena più o meno sottile di ironia, si incontrano e scontrano, come nei lavori del drammaturgo russo, in un microcosmo familiare nel quel frustrazioni, recriminazioni, dolori e malinconici ricordi si snodano in una trama esile e minimalista, ed anche quando sembra che il tutto viri in tragedia, l’abile mano dell’autore riavvolge il tutto in un happy end tenero ma non consolatorio. Grande l’impegno profuso dalla compagnia “L’Applauso” che, diretta da Peppino e Nicola Vaino, ha affrontato con maturità il testo, portando in scena uno spettacolo in cui intelligenza, humor e dramma si mescolano con indubbio valore. Mediamente soddisfacenti le interpretazioni degli attori, tra cui ci piace segnalare la buona prova di Rosaria Amato, che tratteggia con asciutta drammaticità e disincantato umorismo il ruolo della protagonista, Peppino Vaino, un Peppino Priore originale e, vivaddio, non “eduardeggiante”, Nicola Vaino, un giovane ma convincente Raffaele, che Eduardo utilizza come legame a quel teatro delle maschere dal quale proveniva il suo estro creativo, Simona Cocchia, che disegna con ritmo e sagacia il personaggio della cameriera Virginia, la brava Olga Della Luna Maggio, in perfetta simbiosi con il vulcanico personaggio di zia Memè e, soprattutto, Flavio Toro, ottimo ed originale Attilio, a cui, in verità, nocciono un po’ gli eccessivi lazzi aggiunti dalla regia. Il risultato, come dicevamo, risulta positivo, ricco di idee registiche, dove l’eccesso di durata (qualche taglio non avrebbe fatto male) riesce comunque a non tediare lo spettatore, che applaude convinto a fine spettacolo.
Visto il 06-03-2010
al Bolivar di Napoli (NA)