Di Arturo Cirillo, regista e attore tra i più interessanti del panorama partenopeo, non si può dimenticare la toccante interpretazione di qualche anno fa ne “Le tre rose di Jennifer” di Annibale Ruccello dove l'artista vestiva i panni di un transessuale con spessore e rara sensibilità interpretativa. La nuova fatica ora al Teatro dell'Elfo “Scende giù per Toledo” rappresenta la sfida di portare in scena un testo di carattere prettamente letterario qual'è l'omonimo romanzo di Patroni Griffi e insieme l'occasione di dare vita ad un “femminiello” che per molti versi ricorda la figura dell'indimenticabile Jennifer. Il suo nome è Rosalinda, Rosalinda Sprint. La protagonista è lei o, meglio, la sua ingenua, disperata, ininterrotta, dolorosa ricerca dell'amore proiettata in una stanza kitsch di Montecalvario. Stanza costruita ad “isole”: letto rotondo, lume in sembianza di palma fluorescente, tappeto ovale, specchio e tanti vestiti da femmina emancipata.
Cirillo ha fagocitato il breve romanzo per restituirlo in forma di monologo dove entro il flusso di coscienza, con una operazione di sintesi, dà voce a Rosalinda ma anche a una miriade di personaggi che le gravitano intorno. Il pubblico viene calamitato da una lei delicata, bionda e sensibile, molto diversa dagli uomini con cui suole prostituirsi e per cui le capita di perdere la testa. C'è Gennaro, cugino brutto e peloso che la vuole solo per un'ora ma c'è soprattutto il suo vano rincorrere l'Amore. Tutto lo spettacolo è intriso del dualismo eterno insito nella giostra umana. La protagonista è bambina alla prese con il vestito nuovo, quello della festa che deve essere solo e esattamente come è disegnato nei suoi sogni. Rosalinda fa il ‘mestiere’, è nata uomo e dovrà scendere tutti i gradini della scala delle nefandezze che l'uomo sa partorire. E' quindi inevitabile che questa serata così calcata nei gangli di un'anima fragile conduca ad un epilogo nero per la dolorosa negatività che è insita nei destini inevitabili e non poteva essere risolto diversamente in uno spettacolo che deve la sua riuscita al senso di verità e cruda poesia che ci fa respirare. Applausi lunghi e sentiti per Arturo Cirillo che di Rosalinda Sprint ci ha riportato tutto quello che era giusto sapere, un poco debole in alcuni cambi d'abito ma capace di far ridere e piangere.