"Portiamo in noi un dramma doloroso": la dicotomia tra vita e forma, tra realtà e rappresentazione sta nell'impossibilità di realizzare nel teatro la vita e nella vita la verità.
I sei personaggi sono vivi di un dramma interiore destinato all'immutabilità e alla mancanza di compimento. Pirandello li fa irrompere in un teatro alla ricerca della rappresentazione della loro tragedia attraverso attori che si rivelano inadeguati perché altri da loro. Il metateatro diventa scontro tra verità e ipocrisia nell'incomprensione tra chi è personaggio condannato all'eterna ripetizione e chi persona mutevole, dalla realtà differente dalle primitive aspirazioni.
Sergio Vassallo mette in scena la prima opera della "trilogia del teatro nel teatro" di Pirandello con studiata fedeltà al testo, rispettandone pienamente la tragicità e la sconsolatezza nei confronti del destino e della vita costretta all'eterna farsa di se stessa. I sei personaggi hanno i volti imbiancati, sono l'immagine stessa della sofferenza, costretti in un ruolo che li blocca in una fissità imperturbabile e sola. Gli attori della compagnia, che li osservano e a tratti deridono, sono un mondo parallelo e inconsapevole, nella loro incapacità di comprendere come di realizzare sulla scena la verità. Tra i due gruppi, il capocomico, opportunista al fine di appropriarsi di un testo da rappresentare, scettico e incredulo di fronte alla verità del dramma che deflagra.
I costumi aderiscono alla scelta di fedeltà all'originale e creano un effetto di cartolina d'epoca, in particolare nelle pose statiche dei protagonisti che interpretano gli attori ad un lato della scena, atti ad osservare la stranezza dei personaggi.
Buona l'interpretazione in generale. Spicca Alberta Magliano nel ruolo della figliastra, tragica nel rivivere la morte della sorella e del fratello bambini, sprezzante negli atteggiamenti di donna perduta e nelle stridule, amare risate di impotenza di fronte al destino. Andrea Gariglio, nel ruolo del padre, convince e sostiene con un buon ritmo i non facili dialoghi con il capocomico interpretato dal bravo Albino Marino. Una prova soddisfacente per un classico che continua a far riflettere.