Prosa
SENSO COMUNE

L'evidenza del Senso Comune

L'evidenza del Senso Comune

Se dovessimo immaginare Scampia oggi, se dovessimo raccontarla e se dovessimo anche rappresentarla, sarebbe possibile senza cadere nei luoghi comuni dell’immaginario collettivo? Si. Il Teatro dei Venti risponde con Senso Comune, spettacolo finalista al Premio Scenario per Ustica 2012.

Questa messa in scena compie un’interpretazione della realtà a Scampia. Il tempo gira attorno ad un eterno presente che nega passato e futuro. Sono quattro i personaggi e ognuno di loro deve fare i conti con la propria vita, con le proprie paure e debolezze.
La violenza fa da legame alle situazioni che scorrono in quaranta minuti di ‘inferno’: viene rappresentato un mondo che non lascia scampo, dove è sempre necessario guardarsi le spalle perché, quella volta che non lo si fa, si è spacciati.
In questa terra domina il caos, l’immondizia e un rumore che sovrasta tutto in un crescendo di violenza, grida, spari, canzoni neomelodiche alla radio e preghiere. Anche nell’inferno s’invocano Cristo e la Madonna; si prega per non essere abbandonati e per una vita migliore, magari di ricchezza e fama.

Lo spettacolo è costruito su sentimenti universali come la paura, il dolore, la perdita. Emozioni che raggiungono tutti, indistintamente, e che vengono amplificate dal luogo della rappresentazione che restituisce la crudezza delle parole e delle azioni: un garage urbano, vuoto eppure denso di rimandi e significati.
Scampia non può esser raccontata in teatro, sulle tavole rassicuranti di un palcoscenico, necessita del cemento e del buio, di un luogo nascosto, sotterraneo, dove i volti si intravedono ghignare, urlare, sfidare o avere paura.

I personaggi sono vittime e carnefici che si trasfigurano in maschere agghiaccianti o sono mossi come manichini inermi in una distesa di plastica e rifiuti; fagocitati da una società dalla quale è impossibile uscire se non attraverso una fuga che, per quanto porti lontano, riconduce sempre all’origine perché Scampia fuoriesce dal ghetto: è in ogni casa, in ogni famiglia, dove vigono leggi di omertà, violenza domestica, sogni disillusi e prepotenze.

Crolla tutto in questo delirio di verità. Crollano gli idoli di plastica e resta solo un cumolo di macerie da cui, forse, è possibile ricostruire una vita migliore e più vera.

Senso Comune è un lavoro molto interessante e rappresenta la necessità delle nuove generazioni di far sentire la propria voce attraverso la ricerca, la voglia di capire e approfondire temi non facili e non sempre accettati. Interessanti anche i riferimenti ai grandi classici come De Filippo (quello che per Eduardo in Questi Fantasmi era “caffè” diventa eroina, unica cosa che aiuta ad avere una “serenità di spirito”).
Senso Comune è uno spettacolo semplice, diretto e che funziona.
Testo e regia sono di Stefano Tè, gli attori interpreti sono Igino Luigi Caselgrandi, Francesca Figini, Antonio Santangelo.

Visto il 23-11-2012
al Barattoni di Ostellato (FE)