La danza indiana è una forma d’arte sacra. E’ un’espressione di devozione, di grazia e di divina bellezza. Delle diverse canonizzazioni di danza indiana la Kuchipudi è una forma classica che proviene dal sud dell’India. Il suo nome deriva dal un piccolo villaggio dell‘Andhra Pradesh da cui ha avuto origine, chiamato appunto Kuchipudi. Come tutte le forme di danza classica indiana, Kuchipudi si basa sul Natya Shastra, un trattato di drammaturgia in senso lato che risale a 2000 anni fa, nel quale è contenuta una codifica della danza, della musica e del teatro molto precisa e dettagliata ed altamente sviluppata. La danza Kuchipudi ha due importanti aspetti: la danza pura e la danza espressiva. La danza pura è ritmica e astratta. I movimenti dei piedi eseguono complessi schemi ritmici in risposta alla musica di accompagnamento, mentre il resto del corpo, dalla testa alla punta delle dita esegue movimenti aggraziati, a volte staccati con precisione, a volte fluidi. La danza espressiva, o Abhinaya, predilige l’aspetto narrativo, in cui ogni parte viene usata per rendere vivo il testo, il poema o la storia, raccontata dalla canzone. I gesti delle mani, mudra, sono codificati in un linguaggio molto preciso. Le espressioni del viso sono stilizzate in modo tale da esprimere e rappresentare un’ampia serie di sentimenti e sensazioni complessi e sottili. Il corpo nel suo complesso sembra prendere vita e venire plasmato per comunicare le emozioni che scaturiscono dalla canzone guida.
Kuchipudi è una combinazione armoniosa di questi due aspetti. Kuchipudi alterna momenti di pura danza, ritmica, brillante, vivace, piena di bellezza e di grazia, a momenti narrativi basati sulla mitologia Hindu, in cui l’accento è posto sull’uso della gestualità, della mimica facciale e sul linguaggio del corpo. La rappresentazione Kuchipudi è accompagnata dal vivo da un’orchestra tradizionale, che comprende un cantante, un flauto, una veena e un gruppo di percussioni. Metà dello splendore di uno spettacolo di danza indiana è dato dall’accompagnamento musicale, che non può essere sostituito da una registrazione senza venire gravemente penalizzato e ridotto.
In Shiva Ganga il protagonista è Shiva, il Signore della Danza, e Ganga, la dea del sacro fiume Gange. La danza cosmica di Shiva, Tandava, crea e supporta l’Universo. La forza delle sue vibrazioni trasmette il moto al creato, ispira soggezione e dà vita. Se Shiva smette di danzare, l’Universo si dissolve. A questa danza si contrappone e intreccia Lasya, la danza ipnotizzante e sensuale di Parvati-Ganga.
In Shiva Ganga, la coreografia è ispirata a queste energie distinte ma complementari, che hanno bisogno una dell’altra per raggiungere la piena espressione e mantenersi in equilibrio. La dinamica di ciascun movimento è diretta e bilanciata dal rispettivo movimento della forza complementare, Tandava, il maschile, o Lasya, il femminile, e ciascuna manifesta la sua qualità intrinseca, e favorisce l’estrinsecarsi della sua particolare sfumatura. In alcuni momenti, poi, entrambe le componenti si fondono in un unico flusso di energia.
Shantala sembra danzare per trasmettere questa grazia e questa bellezza, per condividere la gioia e le emozioni profonde prodotte dal Kuchipudi. Mentre danza, Shantala incarna luce e grazia, e riempie lo spazio della sua vivacità e della sua gioia. I suoi arti, il suo viso esprimono le sue sensazioni, la sua sensibilità la sua intelligenza. Shantala va oltre i confini dei codici e della tecnica, fino a raggiungere la profondità del nostro essere. Shantala, una creatura dell’Est e dell’Ovest, combina una tecnica perfetta ed antica ad una grazia fluida e sensuale. Il vocabolario di Shantala Shivalingappa sembra combinare il senso fluttante dei suoi arti con una perfetta misura ed equilibrio. Questa danzatrice, voluta da Maurice Bejart, Peter Brook, Bartabas, Pina Bausch, danza con gli occhi e le sopracciglia, con le mani e le braccia, con abili passi e impercettibili movimenti del capo. I suoi passi di danza giocano coi suonatori delle percussioni con suprema precisione, creando quasi un unico nuovo strumento percussivo. In breve, vedere uno spettacolo di Shantala Shivalingappa è un vero e unico viaggio artistico.
Visto il
27-11-2009
al
Comunale
di Ferrara
(FE)