Dubbio amletico.
Che cosa può e deve fare una single trentenne, nella fredda Milano, per trovare un uomo e l'amore eterno, ammesso che esista. Codesto è il tema principale; filo rosso che unisce le argomentazioni di questa brillante arringa sulle profonde distinzioni fra uomini e donne, due mondi in collisione, connotati da codici comportamentali e linguaggi profondamente diversi. Esaltato dalla verve comica di Geppi Cucciari, cabarettista di razza ed esperienza, capace di rinverdire, attraverso la narrazione in prima persona, quelle tematiche note al grande pubblico, con un tono di simpatico disincanto e cinismo, concedendo, tuttavia qualche spazio al sentimento.
Repertorio.
Nel corso del one woman show, viene realizzato una sorta di collage fra novità e classici di repertorio dell'artista. Ben assimilati, rendono un insieme omogeneo che prende quota e forza, in particolare, nella seconda parte dello spettacolo, per raggiungere l'acme nel bis, concesso dalla cabarettista, (efficace è nella resa comica, quanto nel lucido realismo, la riformulazione delle promesse di matrimonio), mentre il tono tende ad allentarsi, nella performance mimica, dalla
base musicale, "Kill me softly".
Chiacchiere da salotto.
Una scena unica, il tipico salotto della single, campo di battaglia e testimone di molti travagli; luogo dal quale partono le confessioni sconsolate ed i dardi della nostra eroina moderna. Un divano di un rosso squillante, il consolatorio barattolo, formato gigante, di Nutella, ed i nemici più odiati dalle donne: lo step e la bilancia. Occupa il palco un portabiti, affollato da una serie improbabile di vestiti, testimoni del tempo che scorre e delle liete speranze maturate da ogni donna (abiti rossi alla maniera Jessica Rabbit, jeans troppo stretti, nella speranza di un improvviso calo ponderale, ed altro ancora).
Ottima prova comico - esistenziale che non salva nessuno ma che diverte per la sua lucidità.
Una frizzante Geppi Cucciari, malgrado i cali di voce.
Visto il
al
Brancaccio
di Roma
(RM)