Prosa
SIGNORINA GIULIA

La discesa agli inferi della signorina Giulia

La discesa agli inferi della signorina Giulia

Era l’agosto del 1888 quando  August Strindberg scriveva all’editore tedesco Bonnier per proporre la prima tragedia naturalistica della letteratura drammatica svedese “Signorina Giulia”. L’autore era consapevole dell’impatto che avrebbe avuto il testo sui suoi interlocutori che, infatti, ritenendolo oltremodo scandaloso lo rimandarono al mittente. Da quella data è trascorso più di un secolo, usi e costumi sono mutati, il senso del pudore ha allargato le proprie maglie ma, nonostante ciò, l’atto unico proposto sul palcoscenico del teatro Ambasciatori, nell’ambito della stagione “Donne. L’altra metà del cielo” allestita dal teatro Stabile di Catania, non lascia indifferenti.
 

Valeria Solarino, tornata sul palcoscenico teatrale dopo le esperienze cinematografiche e televisive, e Valter Malosti, che ha curato anche la regia nonché l’adattamento in italiano, hanno dato vita ad un’interpretazione molto sensuale, carnale, fisica del testo, protagonisti di un incontro – scontro passionale ma, allo stesso tempo, distruttivo. Lei, Giulia, figlia di un conte, lui, Giovanni, servitore - tuttofare di suo padre, cercano di superare gli ostacoli derivanti dal differente ceto sociale per raggiungere i propri scopi proprio nel Midsommarnatten, la notte di mezza estate, notte magica di San Giovanni, occasione rituale di scatenamenti orgiastici: la donna vuole coronare il suo sogno di cadere e sprofondare sempre più giù, negli inferi della mente e del cuore umano; l’uomo, invece, aspira a migliorare il suo status, a scalare i vertici della scala sociale, in maniera cruda e a tratti anche violenta. Ne scaturisce una relazione dai toni forti che si svolge sotto gli occhi della cuoca Cristina (Federica Fracassi), fidanzata di Giovanni, altra protagonista che si dibatte tra dubbi e incertezze nella cucina dove si respirano fumi infernali, una sorta di anticamera dell’inferno che fa da cornice al tragico epilogo.
 

La produzione Fondazione del Teatro Stabile di Torino/Teatro di Dioniso si avvale delle scene di Margherita Palli, del suono G.u.p. Alcaro, luci di Francesco Dell’Elba, costumi di Federica Genovesi, training fisico e cura del movimento di Alessio Maria Romano.
 

Visto il 06-03-2012
al Ambasciatori di Catania (CT)