Danza
SOGNO D'UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

Il "Sogno" di Balanchine diventa "Sogno di una notte di mezza estate" al Teatro La Scala

Il "Sogno" di Balanchine diventa "Sogno di una notte di mezza estate" al Teatro La Scala

George Balanchine ideò una riduzione dell’opera Sogno di una notte di mezza estate in un balletto in due atti, basandosi sulle musiche di Felix Mendelssohn. Il balletto mancava dal repertorio scaligero dal 2003, anno in cui il teatro era in fase di restauro, motivo per cui venne ospitato all’Arcimboldi di Milano. L’attuale direttore artistico Olivieri -che rivestiva tale carica anche in quegli anni- si era battuto fortemente per ottenere dal Balanchine Trust i diritti esclusivi in Europa. Tant’è che il Sogno del coreografo russo-americano rimase nel cartellone scaligero per cinque anni.

Dall’astrattismo al balletto narrativo
La rivisitazione di Sogno di una notte di mezza estate si colloca in maniera anomala nel quadro della rivoluzionaria produzione balanchiniana, basata su un astrattismo e un minimalismo all’epoca considerati del tutto nuovi nel panorama del balletto classico. Qui, invece, il coreografo ritorna alla tradizione del balletto narrativo e della pantomima, pur riassumendo la vicenda tutta nel primo atto.
Il punto di partenza per Balanchine non fu tanto la storia, quanto la musica. E a questo proposito disse: “In questi ultimi anni più delle parole di Shakespeare mi ha interessato la musica che Mendelssohn ha composto per la commedia. Penso si possa dire che il mio balletto sia stato ispirato dalla partitura”.

Magia e schermaglie amorose
Nel primo atto, tra farfalle, fate e lucciole danzanti, si assiste alle schermaglie amorose tra il re delle fate Oberon e la regina Titania, nonché  agli scambi di identità delle coppie perse nel bosco incantato, di cui si prende gioco il folletto Puck il quale, su ordine dello stesso Oberon, compie su di loro l’incantesimo del fiore di Cupido che fa innamorare chiunque si incontri. Così Titania si innamora del tessitore Botton, la cui testa è stata tramutata in quella di un asino.
Il secondo atto è invece un semplice divertissement basato sulla celebre Marcia nuziale di Mendelsshon, con la quale si celebra trionfalmente il matrimonio delle tre coppie, mentre alla fine Puck vola verso l’alto, issato da liane di fiori, felice di avere contribuito a rimettere tutto in ordine.

Puck deus ex machina
Il vero protagonista del balletto è Puck, creatura magica a metà tra terra e cielo, infantile, senza età, interpretato da un esaltante Antonino Sutera, il quale compie con sorprendente leggerezza grandi salti sul palcoscenico, perfettamente calato nei panni dello spiritello ingannatore e dispettoso della tradizione inglese.
E’ lui che fa nascere l’azione, sia per errore che per capacità, simboleggiando la mutevolezza dell’amore e determinando l’happy end.

Visto il 04-07-2017
al Teatro Alla Scala di Milano (MI)