Danza
SOIRéE LUX/GLORY

LUX/ GLORY

LUX/ GLORY

Ken Ossola e Andonis Foniadakis, per il Ballet du Grand Théâtre de Genève, firmano un dittico, Lux/Glory, sospeso tra sacro e profano,  un omaggio alla grande musica. Il Ballet du Grand Théâtre de Genève non solo è compagnia di lunga tradizione, ma certamente è da considerarsi uno degli ensemble più brillanti dell’attuale panorama europeo. Fondato agli inizi del XX secolo, negli anni sessanta/settanta fu baluardo europeo della scuola balanchiniana, poi progressivamente l’ensemble ha trovato un equilibrio tra la sua matrice classica/neoclassica e l’apertura al contemporaneo.
Apre la serata Lux di Ken Ossola, costruito sul Requiem di Fauré, mette in dialogo agli antipodi, vita e morte,  luce e tenebre, secondo l’idea del compositore, che percepiva la morte come una fortunata liberazione. Da questi cardini prende vita quello che la critica ha definito "un divertissement profano su una partitura intensamente religiosa". Questa coreografia scolpisce le ombre per esaltare la delicatezza dei corpi pervasi dalla musica di Fauré. Lux è una coreografia che allude a un mondo di possibilità, una danza sinfonica, risonanza dell’astratto. Un susseguisi di assolo scaturisce dalla musica di Fauré, luminosa e ieratica. Nel momento in cui aumenta la delicata semplicità della musica di Fauré, si incide nella memoria la stilizzata coreografia di Ken Ossola, che i chiaroscuri dei giochi luminosi avvolgono in un affascinante equivoco di secretata luminosità. In questo dialogo tra la vita e la morte, tra la luce e le tenebre, trionfano la vita e la luce e portano ad un orizzonte di serenità e chiarezza, con la musica che non lascia mai indifferenti. Ken Ossola pone questo capolavoro della storia della musica in una nuova prospettiva, non profana, assoluta.  
La seconda coreografia Glory di Andonis Foniadakis, ideata sul un collage di varie architetture sonore di Georg Friederich Händel, è una composizione coreografica per venti danzatori rigorosa, virtuosa, spettacolare, che si adagia  sulla musica.  Il coreografo greco ha realizzato una partitura coreografica che  accompagna la musica, tuttavia, pur  con l’eccellenza tecnica ed ardita delle straordinarie costruzioni architettoniche, che fanno da contrappunto alla partitura musicale,  non riesce a suscitare lo stesso entusiasmo, a riproporre la stessa complessità e la stessa potenza immaginativa che accarezza l’orecchio. Al contempo, sia l’arrangiamento del collage musicale, sia la trasposizione coreografica, non portano traccia alcuna della delicatezza dei lirici intermezzi haendeliani.  Il grande merito di questa coreografia è di rimanere costantemente  parallela alla musica senza cercare di primeggiare su di essa, pur con spettacolarità e tecnica indiscusse, supportata da una sapiente ed elegante regia delle luci, che valorizza ogni grande momento scenico e minimizza gli intermezzi ricorsivi.
Una serata degli opposti, dove Ken Ossola ama fermarsi, spezzare e rimpostare una cadenza lenta,  Andonis Foniadakis incatena e connette i corpi con tempi frenetici.

Visto il 21-06-2014
al Palazzo Mauro De André di Ravenna (RA)