Se amate il teatro d'atmosfera, l'evocazione di una storia, con un raccontatore in carne ed ossa che recita i pensieri e i personaggi che molto pensano e tanto fanno, correte a vedere un delicato Sostiene Pereira al Teatro Carcano ancora per pochi giorni. Ottimo il cast e grandioso Paolo Ferrari che interpreta Pereira e sembra non fare alcuna fatica ad apparire confuso e accaldato per tutto il tempo, come fosse davvero in Portogallo in piena estate, cercando di capire cosa sia la cosa giusta da fare nella vita. Il protagonista del romanzo di Antonio Tabucchi, pubblicato nel 1994, è un anziano giornalista che nella vita si è occupato di cronaca nera fino a ottenere l'incarico di direttore della nuova pagina culturale su un quotidiano di Lisbona. Siamo in Portogallo negli anni '30, quando in Germania monta l'ondata antisemita di Hitler e in Spagna il generalissimo Franco spadroneggia e crea imitatori nel resto d'Europa. Alcuni giovani desiderano ribellarsi e formano un piccolo nucleo di sovversivi. L'anziano giornalista, che traduce classici dell'Ottocento, tenta di sfuggire alle richieste d'aiuto che lo coinvolgerebbero. Non vuole cacciarsi nei guai in un regime militarizzato sempre più duro, ma finisce per cedere al desiderio di sentirsi finalmente vivo, utile e degno di essere se stesso. Gli eventi, che al cinema hanno portato al successo l'omonimo pellicola girata con Marcello Mastroianni nel ruolo di Pereira, sono rappresentati teatralmente con lievità e particolare bravura da parte della regista Teresa Pedroni, che ha curato la versione teatrale assieme a Gianni Guardigli. La scelta di utilizzare i giovani che ballano per evocare luoghi e momenti diversi ben s'accompagna alla scenografia concisa ed essenziale di Alessandro Chiti.
Visto il
al
Giacosa
di Ivrea
(TO)