Danza
SOULS

Souls di Olivier Dubois

Souls di Olivier Dubois

Sei ballerini africani provenienti da vari paesi, Tunisia, Marocco, Sud Africa, Repubblica Democratica del Congo e Senegal e Costa d’Avorio; un palco coperto di sabbia; il ritmo quasi ossessivo di un accompagnamento sonoro postindustriale creato da Franҫois Caffenne: questi gli strumenti che il francese Olivier Dubois ha usato per creare non un balletto, non uno spettacolo di danza, piuttosto una performance di sondaggio sulla nostra mortalità, sulla ricerca dell'anima del mondo e di un modo di esistere.

L’inizio della performance trasmette pesantezza, timore, indugio. Ogni più piccolo movimento richiama l’atto iniziale della partenza, e quando è il momento di partire verso una meta fumosa, il destino può pesare. L’interazione di questi sei uomini riecheggia una danza di morte, ma al contempo trabocca di vita e coraggio. E’ un’energica danza macabra ipnotica.

Olivier Dubois, ex enfant terrible della danza moderna francese, piuttosto che sullo sviluppo di un linguaggio del movimento,  focalizza la sua attenzione sull’esplorazione degli elementi controversi che tendiamo a evitare troppo spesso, come le questioni di genere, di nazionalità e la violenza. Chiaramente  il coreografo non dà alcuna spiegazione concreta. Il suo  paradigma artistico richiama la necessità di recuperare il rigore autentico e arcaico che lui fa nascere dalla terra, come la nascita di questa ‘danza’. 

Con Souls Olivier Dubois esplora la questione del destino che si svolge nelle nostre mani, la nostra capacità di mettere in gioco, e, infine, mettere in discussione il destino del mondo. In Souls assistiamo ad un rallentamento del tempo, al trasporto di corpi e anime quasi al di fuori della gravità, in un’atmosfera rarefatta e sospesa, priva di riferimenti spaziali, ancorché pesante. Il coreografo sembra lontano dalla visione cartesiana che separa il corpo dalla mente e ci presenta una inusuale interpretazione di umanità come pietre animate da un soffio propulsivo e indirizzate dal peso del proprio destino. Souls richiama un viaggio sciamanico, o anche solo animista, dove i corpi interagiscono con il cosmo su ritmi lenti, ma sempre aderente alla contemporaneità e alla tragicità della vita, alla difficoltà ed alla precarietà insite nell’incertezza del primo passo.

Visto il 05-10-2014
al Ariosto di Reggio Emilia (RE)