Danza
SPETTACOLO DELLA SCUOLA DI BALLO DELLA SCALA

I Talenti della Scala in scena dopo il diploma

I Talenti della Scala in scena dopo il diploma

Per molti dei giovani allievi non ancora ventenni e appena neodiplomati alla Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala che si sono esibiti domenica scorsa nello spettacolo allestito sul palcoscenico del Piermarini dal direttore della Scuola Frederic Olivieri con la collaborazione di alcuni coreografi chiamati per l’occasione e degli insegnati, forse questa sarà l’ultima volta che danzeranno sul paco della Scala.
Molti di loro hanno appena fatto diverse audizioni e sono stati presi in diverse compagnie all’estero, soprattutto in Germania. Alcuni entreranno nel Corpo di Ballo, gli altri dovranno ancora studiare per molti anni prima di entrare nel mondo del professionismo. Qualcuno verrà fermato, altri faranno altre scelte nella loro vita.
Certo è che la dura legge dello spettacolo e in particolare quella che regola il duro mondo della danza, è fatta di fatica, sudore, disciplina, rinunce, ma soprattutto tenacia e una grande forza di volontà.
L’Italia e soprattutto le poche compagnie rimaste attive sul territorio nazionale, non offrono grandi possibilità per mancanza di fondi, perché la danza viene sempre relegata all’ultimo posto per quanto riguarda i finanziamenti e per tanti altri motivi. Ed è questa la causa che spinge molti dei nostri giovani talenti della danza sfornati da una Accademia così prestigiosa come la Scala,  ad emigrare all’estero. Non c’è posto per tutti e nemmeno nelle altre compagnie sopravissute ai tagli effettuati di anno in anno.

Detto questo lo spettacolo che aveva in programma cinque coreografie e verrà replicato il prossimo 13 giugno alle ore 20 sempre alla Scala è stato un esempio di grande tecnica, studio, perfezione e tenacia.
Lo spettacolo si è aperta con una “Presentation” durante la quale Olivieri ha messo in scena tutti i più di duecento allievi della Scuola, dal primo all’ottavo anno, in una dinamica coreografia basata sulla musica del compositore Carl Czerny, creando una successione di quadri di grande effetto scenico durante i quali gli allievi hanno avuto modo di dimostrare le capacità raggiunte nei vari livelli di corso.
Dalle posizioni più semplici studiate nei primi anni, alle pirouttes, i grandi salti e i manege in punta delle allieve e allievi degli ultimi anni.

Seconda coreografia in programma “La Luna” di  Maurice Bejart, padre del balletto moderno, un assolo creato sul Concerto per violino in mi maggiore di Bach e fu creato nel 1976 per Luciana Savignano la quale lo danzò fino al 2015 come anche Sylvie Guillem.
La giovane neodiplomata Martina Dalla Mora  da considerare sicuramente una giovane promessa della danza, la quale già l’anno scorso aveva avuto l’occasione di danzarlo per concessione della Fondazione Bejart, ha interpretato con sensuale femminilità il fascino ipnotico della luna. Inguainata in una calzamaglia bianca, Bejart aveva scelto di esaltare in pieno il corpo femminile facendo compiere alla ballerina movimenti e posizioni con il bacino, con le gambe con le braccia che erano in quelli anni di grande rottura con la tradizione ballettistica, poiché venivano compiute comunque usando le scarpe da punta, introducendo anche movimenti presi dalla ginnastica artistica.

In una chiusura del primo tempo è stato quindipresentato “Un ballo” coreografia creata da Jiri Kyliàn  nel 2001 per la compagnia giovane del Nederlands Dans Theater, novità entrata proprio nel 2016 nel repertorio della Scuola di Ballo. Una coreografia di grande atmosfera i cui i danzatori, vestiti in grigio e nero, appaiono schierati sul fondale avvolti dal fumo di file di candele appese che sovrastano i danzatori e nello stesso tempo li illuminano e li mettono in ombra attraverso un delicato gioco di luci. I danzatori appaiono di volta in volta in coppia o a gruppi di coppie creando un rapporto  fortemente emozionale con la musica di Ravel.

Di grande impatto scenico e basata sui virtuosimi della giovane coppia di ballerini tra i quali spicca un’altra giovane neodiplomata di grande bravura Benedetta Montefiore, è la “Tarantella” di Balanchine rimontata per l’occasione da Patricia Neary. Qui spicca l’energia, la tecnica , il dinamismo e la velocità in un crescere di energia che porta ad un continuo corteggiamento della giovane coppia, che si conclude con un bacio. Lo spettacolo si conclude con l’eleganza e la purezza di “Tema e Variazioni” di Balanchine già visto in  altre occasioni nella quale spiccano giovani danzatori  che si sono diplomati all'ottavo anno come Federico Bruccoleri, Danilo Lomonaco,Francesco Galliti,Gabriele Luco, Giovanni Cusin,Lorenzo Misuri, Fabio Rinieri, Francesco Sardella, Camilla Botticini, Evelyn Bovo, Duyga Eliz Erkut

Visto il
al Teatro Alla Scala di Milano (MI)