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STEVE COLEMAN AND COUNCIL OF BALANCE

Steve Coleman, jazz colto e raffinato

Steve Coleman,  jazz colto e raffinato

Nel ricco e articolato programma del Bologna Jazz Festival 2016, il 14 novembre abbiamo avuto la rara possibilità di assistere alla performance dal vivo di uno dei più importanti e innovativi jazzisti afroamericani in circolazione, Steve Coleman, in attività da circa trent’anni e fautore di un complesso approccio alla musica, che va al di là della etichetta di genere, comprendendo nel suo scibile il blues, l'improvvisazione, la world music e la musica contemporanea, con un approccio quasi scientifico, impregnato di radici africane, culture orientali e metafisica.  Nella serata si è presentato con un ricco ensemble in stile Big Band, costituito dal Council of Balance, una formazione storica ripresa l'anno scorso per il suo nuovo progetto “Synovial Joints", che comprende alcuni dei suoi collaboratori storici dei Five Elements, affiancata da alcuni elementi dell'ensemble di musica contemporanea olandese Doelen Ensemble.
Questa particolare formazione sul palco, realizzata apposta per questa tournèe e non presente sul disco,  ha permesso di sviluppare al meglio le intenzioni di Steve Coleman di proporre un suono complesso e stratificato, dove le note jazz si intersecano con un tessuto quasi cameristico,cercando di mettere  in primo piano il suono orchestrale rispetto ai singoli assoli, e riducendo in parte la sezione percussiva latina. Il progetto è ispirato a suoni naturali registrati in Amazzonia, processati attraverso uno stile compositivo che simula il movimento delle diverse articolazioni umane, in modo che la musica fluisca non seguendo un percorso lineare ma un flusso ciclico e a rotazione.
I brani proposti sono stati lunghe cavalcate dove il sax di Steve Coleman, sempre in primo piano, è sostenuto e arricchito dal complesso suono orchestrale, in un flusso sonoro continuo e fluido, intricato ma morbido e  avvolgente, e con un ritmo incalzante sempre presente ma mai ossessivo. Non sono mancati momenti più meditativi, dove ha prevalso la componente cameristica nel colloquio con il sax, mentre si conferma la grande tecnica e il feeling della tromba di Jonathan Finlayson, altro elemento chiave nella costruzione sonora.
In conclusione una grande conferma per la proposta musicale di uno dei più grandi innovatori del Jazz contemporaneo.

Visto il 14-11-2016
al Duse di Bologna (BO)