Nel 1976 una giunta militare rovescia in Argentina il governo di Isabel Martínez, moglie di Juan Perón, ed istituisce un regime repressivo e sanguinario, che si libera dei dissidenti e degli oppositori facendoli “scomparire” illegalmente. In questo scenario di precarietà dei diritti umani si ambienta la storia raccontata nel testo di Francesca Zanni, strutturata in forma di narrazione parallela ed alternante, con un giovane agiato e senza apparenti problemi che si contrappone alla tragedia di una donna sequestrata dalla milizia governativa.
Le due vicende, rivelate in prima persona dai protagonisti, prendono forma lentamente e senza un nesso dichiarato; ma la donna, che riferisce un vissuto drammatico e disperato, si racconta in modo sereno e quasi rassegnato mentre l’uomo, di ostentata estrazione ricco-borghese e privo di coinvolgimento politico, ha improvvisi scatti d’inquietudine e di rabbia, come se in questa contraddizione apparente si dovessero presagire i segni di una storia che si deve ricomporre diversamente. E infatti nel finale si scopre che durante la prigionia la donna ha dato alla luce un bambino, che le è stato sequestrato per soddisfare il desiderio di paternità di un colonnello sterile; e che questo figlio è l’uomo stesso che si agita sulla scena. Le due storie, formalmente disgiunte da un abisso temporale, si ricompongono nell'epilogo in un tango che sottolinea, con facile lettura, la continuità dei due destini.
Se si eccettuano alcune buone intuizioni poetiche, il testo patisce purtroppo una certa prevedibilità di scrittura, in cui la narrazione riesce solo a tratti ad evadere dagli stilemi convenzionali – le inquietudini giovanili e un po’ fatue del ragazzo agiato, la telecronaca della donna segregata e stuprata, ecc. – che restituiscono una testualità semplificata e quasi documentale. Buona tuttavia la prova di Rolando Ravello, inquieto e impenetrabile fino alla rivelazione finale; mentre appena più incerta è apparsa Crescenza Guarnieri, la cui impostazione delicatamente lirica si è esposta a qualche sensibile sbavatura di ritmo.
Auditorium Bellini - Napoli, 9 marzo 2007
Visto il
al
Verdi
di Milano
(MI)