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TEATRI DEL TEMPO PRESENTE DIECI PROGETTI PER LA NUOVA CREATIVITà

Primo spettacolo della rasseg…

Primo spettacolo della rasseg…
Primo spettacolo della rassegna Teatri del tempo presente andato in scena al teatro Valle di Roma, è stato Figure della compagnia Plumes dans la tête.
Sul palcoscenico, nero, con una quinta di taglio, alcune catene che pendono dal soffitto su una Pedana, tre figure femminili interagiscono con una partitura musicale composita, crepitii, musica incerta e ipnotica.
Una ricerca tra la performance e la danza che vede le tre figure femminili immobili, o muoversi, disegnando figure geometriche nella luce, o rimanendo al buio in agguato, trascinandosi sulla quinta dalla quale emergono delle escrescenze, o sulla pedana illuminata, mentre una sorta di cerchio di metallo viene legato alle catene e issato a metà palcoscenico, tra flessioni, inarcature del busto, contorsioni, piegamenti.
Interessante la composizione delle tre figure che possono esser colte nel loro esistere insieme, nello stesso spazio scenico, oppure nella loro individualità, ma la fruizione dello spettacolo è, almeno agli occhi di chi scrive, ostica, impenetrabile, parlando una lingua priva di istruzioni per l'uso per cui o la si conosce già o l'ignorarne le regole preclude fortemente la sua comprensione.
In sintonia con una ricerca che sottolinea l'assolutezza dell'atto creativo, relegando lo spettatore a mero osservatore, Figure si presenta come un allestimento che si prende troppo maledettamente sul serio (Il punto di partenza è quello di utilizzare il corpo come fosse la Ninfa, nella Concezione di Warburg, cioè un organismo enigmatico, che svela con turbamento la sua presenza. Essa vive dovunque, tra pietra ed etere, stabilità e flusso, come si legge nel programma di sala (i neretti sono nel testo), imponendo allo spettatore la propria cifra stilistica e di ricerca come un incontrovertibile assoluto cui non è dato modo di opporsi. Una presunzione, aumentata dalla giovane età delle autrici dello spettacolo, che appare una scortesia per gli spettatori, sicuramente quelli inadeguati come chi scrive, che non sanno trovare il modo per penetrare analiticamente un allestimento che, evidentemente chiede solo di esser preso per quello che è, obbligando chi guarda a una passività alla quale, per indole personale, ma anche per consuetudine prodittatoriale, non riesce proprio di adeguarsi.
Figure si staglia come testimonianza della molteplicità dei percorsi che la ricerca artistica può prendere, confermando la poliedricità dei lavori prodotti dall'Eti e la vocazione di pescare nel mondo del teatro davvero a 360° della rassegna Teatri del tempo presente che Figure ha avuto l'onere, e l'onore, di aprire.
Visto il
al Valle Occupato di Roma (RM)