Toni Servillo con questa antologica lettura dà vita a Napoli, città dai mille volti e dalle mille contraddizioni, nella quale da sempre convivono vitalità e disperazione. Un viaggio nelle parole di Napoli, da Salvatore Di Giacomo a Ferdinando Russo, da Raffaele Viviani a Eduardo De Filippo, fino alla voce contemporanea di Enzo Moscato e Mimmo Borrelli.
E’ il rifiuto a piegarsi alle icone obsolete della napoletanità, per affermare con la forza e la prepotenza della poesia un’ identità sedimentata da quattro secoli di letteratura. "Dai testi che leggo", dice Servillo, "si alza un grido di dolore, lanciato da una città compromessa, ma che ha ancora voglia di reagire. Con le loro opere, Eduardo, Raffale Viviani, o anche Mimmo Borrelli trasformano il teatro in un gesto politico senza ideologie, espressione di una responsabilità morale, che noi attori non dovremmo mai dimenticare".
L'omaggio di Servillo alla città partenopea
Un omaggio alla cultura partenopea che Toni Servillo rende immergendosi poetica di scrittori che di Napoli hanno conosciuto bene ogni sfumatura, un ritratto di una città dai mille volti e dalle mille contraddizioni, di cui la lingua è un antico utensile, forgiato dal tempo e dalle contaminazioni. “Ho scelto questi testi”, rivela Servillo, “perché ne emerge una lingua viva nel tempo, materna ed esperienziale, che fa diventare le battute espressione, gesto, corpo”.
Toni Servillo dà voce a dieci testimoni della città nel passato e nel presente, e offre, attraverso emblematici scritti, sintetiche pennellate di una realtà ai limiti del paradosso, pulsante e sanguigna. Questo fuoriclasse del teatro e del cinema italiani accompagna il pubblico seguendo un filo rosso che attraversa le varie epoche, il rapporto speciale, caratteristico di tantissima letteratura napoletana, con la morte e con l’aldilà, il commercio intenso e frequente con le anime dei defunti, i santi del paradiso e Dio stesso.