TRADIMENTI di Harold Pinter (Traduzione di Alessandra Serra)
Con Nicoletta Braschi (Emma)
Tony Laudario (Robert)
Enrico Ianniello (Jerry)
Nicola Marchitiello (cameriere)
Regia di Andrea Renzi
Produzione: Fondazione Teatro Stabile di Torino
Si inizia dalla fine in questa commedia del drammaturgo inglese Harold Pinter, premio Nobel nel 2005. O meglio, fin dalla prima scena si assiste all’inizio della fine.
Emma dà appuntamento a Jerry, suo ex amante, perché il marito ha deciso di divorziare. E in questo modo comincia a srotolarsi all’incontrario la memoria, il ‘trucco della memoria’ come dice lo stesso Pinter: «E' solo il trucco della memoria, la memoria è così. Comincia tutto dall'ultimo istante, si riavvolge all'indietro». E dobbiamo senz’altro credere all’autore se, per come ci ha raccontato Michael Billington, il biografo di Harold Pinter, Tradimenti (‘Betrayal’ in lingua originale) è la storia del rapporto durato sette anni tra il drammaturgo inglese e la giornalista televisiva Joan Bakewell.
Il ‘rewind’ drammaturgico attraverso nove quadri, scanditi dal cambio delle pareti virtuali della scenografia, rivive i momenti salienti della relazione extraconiugale dei due amanti e dei rapporti di amicizia fra amante e marito tradito (a sua volte traditore): l’addio, le confessioni, le scoperte dei tradimenti, le liti, la nascita dell’amore fra Jerry ed Emma il giorno stesso del suo matrimonio con Robert.
Dicevamo prima ‘l’inizio della fine’: Tradimenti non è la commedia del triangolo amoroso anglosassone e borghese. Questa piece a quadri è la sconfessione del sentimentalismo, è la fine del sentimento: travolto dai rapporti professionali, dall’individualismo, dall’egoismo, dal narcisismo, dai rapporti ‘sociali’; sepolto sotto le parole assolutamente false (tema ricorrente in Pinter). Perché man mano che si rivivono le scene precedentemente narrate o accennate, si scopre che la realtà era stata diversa. Soprattutto è la fine della ‘grande illusione’ di tutti.
Commedia di grande maestria, con dialoghi serrati, Tradimenti è stata ben diretta da Andrea Renzi, che ha saputo interpretare le tematiche dell’autore inglese. Ottima la prova degli attori che hanno saputo tenere alta la tensione dell’inusuale trama e che sono riusciti, attraverso uno sguardo intrigante, un gesto malcelato, o un’alzata di ciglio, a ‘raccontarsi’ oltre, e a volte contro, i dialoghi quasi meccanici di tre autentici snob inglesi. Nicoletta Braschi è stata perfetta, quasi cinematografica: con un cambio vocale di un decibel, con un sospiro sospeso, con un mezzo sorriso, con un lieve cambio di postura ha sottolineato ogni istante di ‘attenzione’ testuale nei ritmi incalzanti di una commedia in fondo ‘statica’.
Sì, commedia per palati fini questa Betrayal, comunque ben applaudita dal pubblico di Racalmuto.
A proposito del piccolo teatro della città di Leonardo Sciascia: un encomio va tributato agli amministratori della fondazione e al direttore artistico Fabrizio Catalano, per essere riusciti a cambiare in corsa il cartellone della stagione, penalizzato da ‘abbandoni’ di produzioni e spostamenti di date per ‘forza maggiore’. Nondimeno il cartellone è rimasto ben nutrito e con spettacoli di ottima qualità (come da aggiornamento cartellone).
Visto il
20-01-2010
al
Regina Margherita
di Racalmuto
(AG)