Alcuni uscendo dal teatro hanno mostrato qualche perplessità nei confronti di uno spettacolo non difficile, ma sicuramente insolito. Sì, perché, diciamoci la verità, alla data soveratese di "Tradimenti" di Harold Pinter con protagonista Nicoletta Braschi, la gente è venuta in teatro soprattutto per lei, e chissà cosa si aspettava.
La commedia, piuttosto, è stata molto gradevole, raffinata, in cui l'interpretazione rarefatta della Braschi era una piacevole aggiunta. In scena non il classico triangolo amoroso, ma un'agile prova drammaturgica basata su un testo fitto, intenso e non di facile approccio nè per gli interpreti - i dialoghi sono serrati e a livello d'azione non accade praticamente nulla, se non alla fine della messinscena -, nè per gli spettatori specie se impigriti nella curiosità. La trama verte sul trittico lui-lei-l'altro che Pinter offre in modo da non poterlo più considerare "normale". Procede prima di tutto a ritroso: in scena si comincia dalla fine di un matrimonio, quello tra Emma e Robert (Braschi e Tony Laudario), raccontato da questa a Jerry (Enrico Ianiello). Da qui, si risale attraverso gli anni alla nascita di un altro amore, quello di Emma e Jerry: traditori e traditi, tutti, appunto, che però aumentano la loro drammatica condizione proprio perché consapevoli di essere vittime di un "betrayal" - titolo originale della commedia. La grandiosa abilità di Pinter sta proprio nel porre lo spettatore in una posizione privilegiata rispetto ai personaggi: chi guarda sa già cosa succederà e sa bene come interpretare sguardi e gesti innocui all'apparenza, ma che in realtà preannunciano l'evoluzione dei fatti. Bravi gli interpreti, tutti, che hanno sostenuto una prova comunque difficile. Buona la direzione di Andrea Renzi che ha rispettato in pieno il lavoro del grande drammaturgo (e come poteva altrimenti), offrendolo in maniera elegante, con buon gusto. Bella ancora l'idea di creare spazi e tempi - aiutando anche la comprensione degli spettatori - attraverso proiezioni su due grandi fondali: i pochissimi elementi scenici e l'uso sapiente delle luci hanno convogliato l'attenzione quanto più possibile proprio sui dialoghi. Ancora più bella questa programmazione nuova, fresca, proposta dal direttore artistico del teatro comunale di Soverato, Gregorio Calabretta: francamente, tra le programmazioni offerte dai centri più importanti del catanzarese mancava.
Visto il
11-01-2010
al
Comunale
di Soverato
(CZ)