Prosa
TROVARSI

Un Pirandello troppo accademico.

Un Pirandello troppo accademico.

Scritta tra il Luglio e l'Agosto del 1932 e dedicata a Marta Abba, che la portò per prima in scena al teatro dei Fiorentini di Napoli il dicembre dello stesso anno, Trovarsi è incentrata sulla vita di  Donata Genzi, una attrice affermata che non riesce a trovare un equilibrio tra la compiuta realizzazione professionale e la totale mancanza in quella privata.

Questa dicotomia permette a Pirandello da un lato di esplorare la sua estetica teatrale, come quando fa affermare a uno dei personaggi che non bisogna per forza sapere prima di provare, che si può cioè interpretare la donna innamorata sulla scena anche se nella vita privata non si è innamorate di nessuno, proprio come Donata. Dall'altro gli permette di mostrare come è difficile per una donna intraprendere una carriera nello spettacolo senza pregiudicarne l'onorabilità. I personaggi femminili della commedia, tranne la sua amica Elisa Arcuri, e anche il fratello stesso, danno per scontato che, in quanto attrice, Donata, si sa, abbia parecchi amanti, quando invece non è così.

Un pregiudizio presente ancora oggi, a distanza di 80 e che non tocca, gli uomini allora come ora.

Non sapendosi trovare al di fuori della scena, non sentendosi cioè realizzata nella vita come donna, Donata cerca la morte  uscendo in barca col mare in tempesta col giovane Elj. La barca naufraga Elj però mette in salvo Donata e se stesso  e tra i due nasce l'amore. Così mentre Elj la chiede in sposa,  intima a Donata di non recitare più, perchè lei deve essere solamente sua. Donata acconsente chiedendo di dare l'addio alle scene. In scena, dinanzi a Elj, Donata non sa più recitare, perchè ritrova nella scena lacerti della sua vita vera con lui. Elj, al contrario crede che Donata per raggiungere l'eccellenza stia cannibalizzando la loro storia d'amore.  Così solo quando Elj, disgustato e pazzo di gelosia, lascia il teatro senza nemmeno rendersi conto che Donata sta recitando male, lei ritrova la statura di grande interprete e dice finalmente di essersi ritrovata non già come attrice ma proprio come donna.

Dinanzi l'aut aut di Eli, tra l'amore per il giovane e il teatro, Donata sceglie il teatro, rinunciando con abnegazione all'amore, ma questa volta per sempre.

Pirandello mentre ritorna ai temi già noti (Sei personaggi è del 1921) del suo teatro (il rapporto mascherapersona, l'autonomia della finzione e il suo poter essere proprio in quanto scarto dalla realtà viva) ci regala un personaggio femminile di straordinaria attualità che rappresenta benissimo il dramma dell'emancipazione della donna che, allora come ora, è costretta socialmente, ma Pirandello pare dire esistenzialmente, a scegliere tra carriera e vita privata, tra affermazione lavorativa e personale.

Pirandello intreccia un doppio parallelo, quello a lui caro tra vita e forma, e, anche, per usare dei termini di oggi,  tra pubblico e privato, e quello tra dilemma esistenziale della condizione umana che trova in quella femminile un contraltare di amplificazioni altre, raggiungendo un diapason quasi impossibile all'uomo.

Se poi si pensa che Pirandello, a 65 anni, è innamorato di Marta Abba, che ne ha 32, alla quale ha dedicato la commedia,  il fatto che Donata dia scandalo intrattenendo una relazione non coniugale con un ragazzo molto più giovane di lei illumina la commedia di colori biografici che danno ai personaggi uno spessore del tutto nuovo.

La regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi  sfronda il testo di molte verbosità presunte e non si lascia sedurre né dal dato biografico né da quello della critica al maschilismo, in Pirandello sempre in nuce, ma innegabilmente presente e rimane tutta dentro l'accademia. Un'accademia entro la quale la commedia soffoca, mentre la regia, asciutta e un po' ingessata, cerca di distrarre lo spettatore dai cospicui tagli al testo con una messinscena che insiste nel commento sonoro didascalico e oleografico - sicuramente  il maggior limite  dell'allestimento, e un profluvio di proiezioni di immagini in movimento (il mare) e di scene in diapositiva (un loggione centrale da teatro fin de siècle) su di un velatino al di là del quale i personaggi si muovono.

Poca esegesi e molta messa in scena insomma mentre il testo scivola via dando l'impressione di non essere stato compreso fino in fondo.



 

Visto il 06-11-2012
al Eliseo di Roma (RM)