Tra tutte le commedie firmate da quel genio creativo che è Neil Simon, Un giardino d’aranci fatto in casa, col suo procedere posato e senza la pretesa di voler approfondire un tema non nuovo come il rapporto genitori-figli, non tiene certo il passo con testi ben più efficaci ed apprezzati dell’autore statunitense come A piedi nudi nel parco, La strana coppia o Rumors, solo per citarne qualcuno.
Al centro della vicenda di questa “agrumata” pièce c’è l’incontro tra un padre ed una figlia.
Da una parte lui sceneggiatore cinematografico dal passato glorioso, che, pur vivendo ad Hollywood, trascurato e pantofolaio, ha ormai perso la vena creativa… o almeno sembra non avere più spinte emotive ed emozionali per far ticchettare nuovamente la sua vecchia macchina da scrivere. Dall’altra parte la ragazza, una figlia praticamente sconosciuta, visto che i due non si incontrano da ben tredici anni, che improvvisamente ed inaspettatamente fa irruzione in casa dell’autore allo scopo, almeno quello dichiarato, di farsi aiutare dal padre ad entrare nel dorato mondo del cinema. Terzo personaggio della storia è Steffy, la nuova compagna di William, truccatrice degli studios, tollerante e affettuosa… anche troppo. Superati gli imbarazzi iniziali, padre e figlia si trovano l’uno di fronte all’altro, fragili e senza impedimenti che frenino il loro rapporto, a vivere i delicati equilibri alla base di quel complesso microcosmo che è la famiglia. Il loro scontrarsi… ed incontrarsi, li conduce ad un traguardo di crescita: Jenny torna coi piedi per terra e abbandona i vani sogni di gloria, a cui forse non ha mai veramente creduto; William riprende le redini della propria esistenza e ricomincia a vivere… e a scrivere.
La versione presentata al Teatro Sanacore da Archivio Futuro è gradevole e riuscita, pur rivelando qualche momento di stanchezza, e nonostante i tagli operati dal regista Peppe Carosella, che forse non giovano ad un testo già di per sé privo grandi slanci… Gli stessi alberi di agrumi che danno il titolo al lavoro, e che stanno a simboleggiare la famiglia del protagonista, lontana e immobile, ma che continua a donare frutti, appaiono soltanto come fievole sfondo alla narrazione.
Gli interpreti ben si districano in uno spettacolo che funziona e incontra il gusto del pubblico: lo stesso Carosella tratteggia il personaggio dello sceneggiatore-padre con efficacia; né più né meno di quanto faccia la sua compagna di scena Rita Licenziato; Serena Pisa, dal canto suo, nel ruolo della ragazza, parte forse un po’ sotto tono, ma, in crescendo, diviene via via più decisa e presente, svelando attitudini e doti che, solo un po’ acerbe, la giovanissima interprete può sicuramente coltivare con successo.
Prosa
UN GIARDINO DI ARANCI FATTO IN CASA
Una commedia che sa di... aranci fatti in casa
Visto il
07-05-2011
al
Sanacore
di San Giorgio A Cremano
(NA)