Prosa
UN ISPETTORE IN CASA BIRLING

Un connubio tra dramma e thriller

Un connubio tra dramma e thriller

Arthur, Sybil, Sheila ed Eric Birling si presentano mostrando al pubblico un cartello che riporta i loro nomi mentre salgono sul palco del Teatro Sala Umberto di Roma; osservando il loro volto truccato in maniera eccessivamente pallida, quasi a voler rimarcare una maschera che i personaggi indossano, presagiamo che qualcosa di losco ci attende. Si apre il sipario e scopriamo una “casa Birling” dall’ambientazione surreale: la scenografia infatti mescola eleganti mobili e lampadari ad una prato fiorito ed alberi, quasi a suggerire l’idillio in cui vive questa famiglia, in particolare nel giorno in cui festeggia il fidanzamento di Sheila con Gerald. Gli abiti incantevoli delle donne, i loro modi affettati, la musica orchestrale, i grilli che cantano in lontananza, vogliono proiettarci in un’atmosfera fatata, ma il regista riesce abilmente a farci percepire al contempo la scarsa consistenza di questo idillio e l’ambiguità dei personaggi, anche solo con una risata eccessiva e sinistra di Eric o con i brindisi accompagnati da frasi che mescolano auguri affettuosi ad ambizioni affaristiche che poco hanno a che vedere coi sentimenti.
Surreale anche l’entrata in scena dell’ispettore Goole, accolto in silenzio dai presenti, sulle note di una musica inquieta. Con le sue indagini su una giovane donna morta suicida, condotte nell’arco di una serata, la vita di questa protagonista assente viene pian piano ricostruita, ricollegandosi alle esistenze di tutti i presenti.

Con l’incedere lento ed angosciante dell’interrogatorio (forse fin troppo lunghi e realistici gli scambi di battute e i giri di parole che appesantiscono la messa in scena) è inevitabile chiedersi il motivo di tale indagine su quello che è dichiarato fin da principio come un suicidio e non un omicidio: ed è facile per lo spettatore intuire le intenzioni dell’autore, che muove un immaginario ispettore all’interno di una tipica famiglia borghese benestante tentando di svelarne le ipocrisie e le colpe come fosse la loro coscienza, ispirato ad un vago ideale socialista dichiarato apertamente da Goole prima di lasciare a casa.
Dopo un escamotage in cui i protagonisti riepilogano l’inera serata in una serie di scene mimate, per i coniugi Birling, però, non sembra esser cambiato nulla come per il giovane imprenditore Gerald; gli unici ad apparire scossi e toccati sono Sheila ed Eric i quali, forse per via della giovane età, possiedono ancora un po’ di innocenza.

Definito nella presentazione come una commedia a carattere giallo, lo spettacolo è rivisto in realtà da Sepe in una versione tra thriller e dramma borghese che non mantiene nulla della sottile ironia e della commedia dell’autore, optando per una messa in scena più esplicita e diretta in cui dei personaggi viene data un’interpretazione esasperata e drammatica.

Visto il 25-01-2011
al Sala Umberto di Roma (RM)