Herlitzka con Pasolini rilegge le vicende italiane degli ultimi decenni
Misura ed essenzialità. Ecco quello che emerge in primo piano assistendo a questo spettacolo prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in sinergia con Mittelfest 2013, che ne ha ospitato l’anteprima lo scorso luglio, ed il sostegno della Fondazione CRTrieste. Unico interprete Roberto Herlitzka ad impersonare lo spettro di Pier Paolo Pasolini mentre osserva il cadavere di se stesso ancora giacente all’Idroscalo di Ostia e unisce, in quel momento, la propria vicenda personale con la cronaca del tempo. La ricostruzione, densa e asciutta di Giovanni Borgna, che ha unito pagine dell’artista con la “riscrittura di brani, testi, pensieri della più diversa provenienza, rifusi ed elaborati fino a farne un testo assolutamente originale e autonomo”, viene resa magistralmente da Herlitzka, perfettamente in sintonia con il testo, che vuol essere un omaggio al pensiero del grande intellettuale e, attraverso esso, un potente atto di denuncia contro la mercificazione della cultura analizzando, con gli occhi di oggi, il disastro appena agli inizi, descritto allora con grande lucidità profetica da Pasolini, le cui parole apparivano troppo visionarie per essere accolte, confondendo la capacità di vedere oltre il contingente con una prospettiva distorta da una certa ideologia filoproletaria. Invece, con lo sguardo del poeta, Pasolini riusciva a cogliere in modo disarmante fino a dove si sarebbe giunti nei decenni successivi.
La regia di Antonio Calenda rievoca ed evoca proprio la sua capacità di “vedere politicamente” in senso classico la società e i suoi cambiamenti. La sua testimonianza civile e poetica è presente proprio grazie a citazioni tratte dal suo cospicuo corpus letterario e a spezzoni di suoi film e documentari inseriti in vari momenti nella messinscena.
Scene di Paolo Giovanazzi, luci di Nino Napoletano.
Lo spettacolo verrà replicato nei teatri italiani durante la prossima stagione teatrale.