Prosa
UNA PERSONA NORMALE

Un "normale" trentenne in crisi di coscienza

Un "normale"  trentenne in crisi di coscienza

Sulle note di "Cuanta pasión", la voce calda e seduttiva di Paolo Conte introducealla confidenziale atmosfera che ammanta la commedia "Una persona normale" –scritta, diretta e interpretata da Antonio Guerriero - in scena in questi giorni nella sala del Sancarluccio. Il piccolo teatro nel cuore di Chiaia non tradisce le sue origini e accoglie, ancora una volta, una compagnia di giovani attori che regalanodue ore di leggerezza e divertimento.
Guerriero ha il merito di costruire su di sé una pièce che affronta - con originalità e sarcasmo -l’inflazionata tematica della generazione di trentenni in crisi, incapaci di assumersi le crescenti responsabilità della vita e sempre in balìa di una precarietà lavorativa, quindi, esistenziale.
Accade così che nella scrittura scenica il sogno si fonde con la realtà. Il protagonistainizia la sua convivenzareale, con la sua fidanzata vera, in un clima evidentemente surreale, dove irrompe la figura ideale di CosciEnza,attuazione di una proiezione onirica,interpretata dall’avvenente Ornella Varchetta, interlocutrice privilegiata dei personaggi in scena e del pubblico stesso.
Nella cornice appena tracciata, la vera protagonista della serata è la “risata” che inevitabilmente ricorre grazie a battute spassose che si susseguono ininterrottamente per quasi due ore. Vere e proprie gag, sostenute da sapienti tempi comici, nascono dal rapporto tra il protagonista ela sua indispensabile spalla, Andrea Di Maria, nei panni di Vincenzo; questi è un personaggio fortemente caratterizzato: abbigliamento iperfashion, capello gelatinato, marcata gesticolazione, parlantina veloce e la simpatia stampata sul volto.
La scena è poi ulteriormente ravvivata da un’altra coppia comica, quella dei fattorini Maria e Giovanni (Luciano Piccolo, unico attore âgé del gruppo), i quali, nello spazio di due brevi scene, regalano alla platea un’assurda storia d’amore e un’insuperata ilarità attraverso un grammelot che, a tratti, ricorda il dialetto puteolano.
In definitiva, l’armonioso affiatamento di tutta la compagnia si rivela assolutamente efficace sia nella costruzione della storia,che nella definizione puntuale dei personaggi, tutti in grado di improvvisare, divertirsi e far star bene il pubblico.

Visto il 02-06-2011
al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli (NA)