Un’edizione davvero molto interessante, quella diretta e interpretata da Gabriele Lavia, che, per la prima volta, si misura con un testo di Bertolt Brecht.
Grandioso affresco con ventisei interpreti e tre musicisti dal vivo (provenienti dalla Scuola di Musica di Fiesole), Vita di Galileo ripercorre ventotto anni della vita dello scienziato pisano, dall’euforia delle grandi scoperte (Padova, 1609) alla vecchiaia, segnata dalla cecità e dal disincanto.
Le scene di Alessandro Camera sono sfarzose e ricche di puntuali dettagli, fin dalla prima apertura di sipario, ma soprattutto nel secondo atto, dove a prevalere è la sontuosità delle ambientazioni ecclesiastiche. Ogni cambio scena è scandito dal canto di tre fanciulli (Silvia Biancalana, Chiara De Palo, Alice Ferranti), che raccontano per mezzo di canoni e altre melodie polifoniche ciò che il pubblico vedrà svolgersi sul palcoscenico.
Ecco allora il quarantaseienne Galileo, nella sua casa di Padova, intento nello studio, nonché a erudire il piccolo Andrea Sarti (Ludovica Apollonj Ghetti), figlio della sua governante (Francesca Ciocchetti), sulle teoria copernicana, che – a differenza della dottrina tolemaica – pone il sole al centro dell’universo.
A seguito del perfezionamento del “cannone ottico” o telescopio, sulla base di un prototipo già in commercio in Olanda, Galileo si trasferisce a Firenze, sicuro di ottenere il favore del Granduca Cosimo de’ Medici (Silvia Biancalana), dopo avergli dedicato la scoperta dei primi quattro satelliti di Giove, da lui battezzati “stelle medicee”.
L’entusiasmo con il quale però, da questo momento, Galileo diffonde le proprie scoperte e teorie suscita resistenze e i primi sospetti da parte della Chiesa di Roma, fino all'ammonizione da parte del cardinale Roberto Bellarmino (Gianni De Lellis) nel 1616. Vibrante l’anatema scagliato nei confronti di Galilei da parte di un vecchissimo cardinale, nella sentita ed efficace interpretazione di Pietro Biondi.
Il secondo atto si apre – trascorsi alcuni anni – con Galileo ancora a Firenze, e con sé la giovane figlia Virginia (Lucia Lavia), impegnato negli esperimenti sul moto dei corpi galleggianti. Andrea Sarti è ormai cresciuto (Carlo Sciaccaluga) ed è diventato suo discepolo, insieme con Federzoni (Daniele Biagini) e Frate Fulgenzio (Michele Demaria), il quale, in precedenza, con un accorato monologo, aveva espresso la necessità dell’antagonismo tra sapere e uso della ragione e l’ignoranza della collettività.
Tutti si augurano che il cardinale Barberini (Mauro Mandolini), uomo che ama le scienze, diventi il prossimo Papa;e così avviene, ma una volta salito al soglio pontificio, Urbano VIII si lascia convincere dal Cardinale Inquisitore (Andrea Macaluso) a processare Galileo e a mostrargli gli strumenti di tortura propri dell’Inquisizione per indurlo ad abiurare.
L’abiura «con cuor sincero e fede non finta» viene pronunciata da Galilei a Roma il 22 giugno 1633; questo atto segna la sconfitta del proposito di diffusione del nuovo metodo scientifico, fondato sull’osservazione dei fatti e sulla loro verifica dei fatti, contro la vecchia e i pregiudizi del senso comune, che spesso induce a ritenere reale qualunque apparenza.
Ma il Galileo brechtiano rimane comunque una figura umanamente ricca e moderna, perché - pur asserendo la verità contro l'ignoranza, la superstizione e il conformismo - resta in bilico perenne tra fronti contrastanti, tra verità e dissimulazione: l’uomo di scienza, che con le sue rivoluzionarie intuizioni mette a repentaglio gli equilibri teologici e sociali del suo tempo, è la metafora dello studioso moderno, perseguitato dall’ineluttabile binomio scienza-fanatismo.
Oltre quattro ore di spettacolo scorrono senza (quasi) alcuna lentezza in una regia abbastanza dinamica, con qualche piccola eccezione nella scena dei saltimbanchi al termine del primo atto e nella scena del dialogo conclusivo tra Galileo e l’ormai aduto Andrea Sarti, invitato a mantenere vivo l’esercizio del dubbio.
Prosa
VITA DI GALILEO
Lavia, un Galileo tra morale, ragione e dubbio
Visto il
20-10-2015
al
Carignano
di Torino
(TO)