Danza
VOLLMOND

"Luna piena" al Piccolo, un successo da ripetere

"Luna piena" al Piccolo, un successo da ripetere

 Una enorme roccia invade un lato della scena. Potrebbe essere un grande meteorite caduto dal cielo, oppure una caverna dentro la quale rifugiarsi, o ancora un ponte sul quale salire per raggiungere nuove mete. 

Intorno a questa roccia, sulla quale cade a tratti una pioggia battente, danza una umanità che oscilla tra gioia e disperazione, tra passione amorosa e odio nei confronti dell'altro sesso, tra follia e lucida consapevolezza di una esistenza umana a volte senza senso. La luce di una invisibile luna piena illumina la scena del Teatro Strehler di Milano dove, dopo vent'anni di assenza si è esibita per quattro giorni, la compagnia del Tanztheater di Pina Bausch in "Vollmond".

 Lo spettacolo è stato creato dalla Bausch nel 2006, quindi quattro anni prima della sua prematura scomparsa, per una dozzina di danzatori della nuova e vecchia generazione di ballerini bauschani, tra cui spicca il carismatico Dominique Mercy il quale ormai è diventato la nuova guida spirituale della compagnia erede della poetica della grande coreografa tedesca fondatrice del Teatrodanza.

  "Uno spazio dove possiamo incontrare l'altro " così definiva la stessa Bausch il suo modo di coreografare attraverso il Teatrodanza, un nuovo modo di interpretare la danza partendo dalle emozioni e dai sentimenti degli stessi ballerini i quali, ben lontani i dagli stereotipi puramente formali, narrativi o astratti della danza classica e moderna, guidano se stessi e gli spettatori in una esperienza in cui la vita vera, vista nella sua quotidianità, trova un perfetto equilibrio con la cosiddetta finzione scenica. Attraverso la sua ricerca Pina Bausch ha individuato un metodo di lavoro che, partendo appunto dalle emozioni originarie delle persone, paure, bisogni, aspirazioni, desideri,  scatena con il suo Wuppertal Tanztheater una vera e propria rivoluzione coreografica internazionale cominciata sul finire degli anni Settanta.

Le scenografie, come anche le musiche scelte dalla Bausch, non sono mai ornamentali o decorative, ma poetiche e cercano sempre di visualizzare i moti interiori dell'animo attraverso elementi scenografici in cui compare la natura o il passaggio che ci circonda. Fiori, foglie, terra, fango, fuoco, acqua, come nel caso di "Vollmond", uno degli spettacoli della Bausch scelti dal regista Wim Wenders per il suo nuovo film "Pina opera in 3 D" che è stato presentato al Film Festival di Berlino lo scorso 13 febbraio.


Anche in "Luna piena", come in tutti gli spettacoli della Bausch, il punto di partenza sono i piccoli gesti quotidiani apparentemente banali, come per esempio bere un bicchiere d'acqua, o versare dell'acqua da una bottiglia piena. Eleganti donne in abito da sera con tacchi alti compaiono sulla scena, sembra di essere ad una party, le donne ancheggiano, si siedono aspettando che il loro cavaliere servi loro un buon bicchiere  da sorseggiare, ma poi l'azione viene esasperata, il cavaliere non versa solo l'acqua l'acqua nel bicchiere, ma fuori e continua in modo esagerato fino a bagnare completamente la partner da capo a piedi.


Come sempre negli spettacoli della Bausch, la conflittualità uomo donna emerge prepotentemente, attrazione e repulsione, amore e odio, piccole ripicche quotidiane costellano tutto lo spettacolo. Una danzatrice entra in scena indossando un reggiseno e istruisce il suo nuovo partner sui tempi da battere per riuscire a slacciarglielo il più velocemente possibile. Lo istiga a battere il record di due secondi. Un semplice bacio dato sulla bocca, può invece diventare, nella sua esasperata ripetitività, un modo per respingere l'uomo e portarlo a rifiutare le avances. Protagonista dei rapporti tra uomo e donna è sempre l'amore. "Preferite un amore lungo e duraturo con tutti i crismi - chiede una danzatrice - oppure un tantino di amore ogni giorno?"


In "Vollmond" è l'elemento naturale dell'acqua a predominare, prima nella forma dell'acqua da bere o dei bicchieri da riempire, sui quali Dominique Mercy cerca anche di salire compiendo degli impossibili equilibrismi, e poi in forma di pioggerellina leggera che si straforma poi in pioggia battente. I danzatori si divertono a nuotare come in una piscina nel piccolo torrente che si forma in scena, oppure a riempire secchi d'acqua che si lanciano uno contro l'altro come bambini durante il gioco dei gavettoni.
Le schermaglie amorose tra uomo e donna si trasformano in giochi competitivi, mentre danzano su un tappeto musicale creato dai ritmi veloci del
"Balanescu Quartet" che si alternano alle melodie graffianti di Tom Waits e alle sonorità minimaliste di Renè Aubry.
Nella creazione di "Vollmond" Pina Bausch è stata accompagnata da artisti che da sempre lavorano con lei e cioè lo scenografo Peter Pabst e la costumista Marion Cito che crea come sempre raffinati abiti da sera che lasciano sempre intravedere attraverso le trasparenze i movimenti del corpo.


A Milano in quattro giorni di tutto esaurito con molte persone rimaste fuori dal teatro per mancanza di posti  (peccato non avere ospitato la compagnia in un teatro più grande) molti giovani, quelli che sono riusciti a prendere il biglietto, hanno potuto vedere l'opera di questa grande artista che mancava da Milano da più di vent'anni, da quando il Piccolo Teatro aveva ospitato al lirico "Palermo, Palermo". Peccato perché molti altri giovani della nuova generazione avrebbero potuto avere l'occasione di fare questa esperienza di teatro e di vita.


 

Visto il 10-02-2011