Lirica
ZAIDE

Calvino trasforma Mozart: nasce Zaide in un'Oriente da favola

Calvino trasforma Mozart: nasce Zaide in un'Oriente da favola

Per la ripresa d’autunno il Teatro dell’Opera di Roma aveva previsto un nuovo allestimento di The Rake’s Progress (La carriera di un libertino) di Igor Stravinskij con la direzione di Daniele Gatti e la regìa di Graham Vick, ma ci si è resi conto che  le restrizioni e i distanziamenti imposti dalla pandemia Covid avrebbero compromesso la messa in scena, pertanto lo spettacolo è stato annullato.

Lo stesso cast è stato però impegnato in un felice ripiego: Zaide è un Singspiel mozartiano incompiuto, riscoperto nel 1981 da un gruppo di giovani artisti, tra cui lo stesso Graham Vick, che si riunivano in un convento in Toscana per organizzare una rassegna di opere rare con il supporto finanziario della Regina d’Olanda. 

Dell’opera, una Turcheria di moda nel Settecento con tanto di Sultano, Favorita, Serraglio, Schiavi cristiani ecc., abbiamo solo quindici brani musicati che forse non sono neanche ordinati in successione, sembrano appunti da completare. Non c’è una ouverture, mancano le parti recitate di raccordo e, soprattutto, il finale. Fu coinvolto Italo Calvino, cui fu chiesto di completare l’opera aggiungendo le parti parlate e inventando un finale.


L’autore delle Città invisibili interpreta da par suo l’incarico ricevuto: si guarda bene dal proporre un epilogo definitivo alla vicenda e, nel rispetto dell’atmosfera di sospensione che lascia ogni opera incompiuta, propone ben quattro finali alternativi prima dell’ultimo brano musicale.

Da allora Zaide di Mozart-Calvino è stata rappresentata più volte fino a questo nuovo allestimento romano che sarà riproposto nei teatri del Circuito Lirico Lombardo, che ha collaborato alla produzione.

Il fascino dell’Oriente da favola

La vicenda narra la storia di Zaide, favorita del sultano Soliman, che si innamora dello schiavo cristiano Gomatz. Il sultano, furente per quello che considera un tradimento, imprigiona i due innamorati e cerca la vendetta, ma in ciò che abbiamo del testo originario sembra possibile anche il lieto fine con il perdono. Altri personaggi sono il cinico Osmin, capitano della guardia che punta solo ai propri interessi, e l’ambiguo ministro Allazim, che aiuta i due amanti a fuggire e poi intercede per loro dopo il fallimento della fuga. L’ambiguità di questo personaggio si fa esplicita quando vengono rivelate le menzogne con cui si era presentato al sultano.

Insieme ai personaggi mozartiani è in scena anche un narratore che raccorda i numeri musicali con il testo in italiano inserito da Calvino.


Il materiale musicale anche se frammentato è di prim'ordine, Mozart a ventiquattro anni è nella piena maturità, non ci sono incertezze, la potenza espressiva è quella delle opere celebrate che resteranno per i posteri. L’incompiuta Zaide con i suoi contenuti esotici sembra un preludio al Ratto dal serraglio, ma si immagina anche l’atmosfera di quello che sarà il Singspiel più famoso, Il flauto magico.

L’Orchestra del Teatro dell’Opera, nelle mani sapienti di Daniele Gatti, distilla con leggerezza ogni suono, e anche la compagnia di canto offre una prestazione superba allo scarso pubblico. Chen Reiss è una seducente Zaide perfetta nella parte, Juan Francisco Gatell dà voce, splendida e luminosa, e atletica presenza allo schiavo innamorato Gomatz, anche Markus Werba è un grande e ambiguo Allazim. Bene tutti gli altri.

Un po’ fuori registro il ruolo affidato a Remo Girone, sul palcoscenico insieme ai personaggi, che offre una narrazione piuttosto recitata del verboso e poco teatrale testo di Calvino, quasi partecipando all'azione, come può capitare quando il narratore è un attore.

Questa volta la regia di Graham Vick non ha provocato contestazioni, come è accaduto recentemente con Don Giovanni e Le nozze di Figaro, anzi c’è stato apprezzamento per alcune trovate come l’ambientazione nella precarietà di un cantiere edile a sottolineare l’incompiutezza della vicenda e la presenza dei giannizzeri minacciosamente vestiti di nero, quasi a collegare la loro presenza con l’estremismo radicale delle cronache odierne.

Visto il 22-10-2020