Il malato immaginario è l'ultimo grande capolavoro comico di Molière. Una farsa all'antica, colma di eccellenti spunti comici, in cui però alcuni strani elementi di verosimiglianza permettono di ipotizzare un certo mondo concreto o - se si preferisce - una certa visione del mondo. La farsa è quella che Molière, primo attore del re, uomo di mestiere, ha ideato e scritto per il divertimento e per la digestione del suo sovrano; la visione del mondo (che mai il poeta riesce a nascondere, neppure nell'opera di più disincantato mestiere) è quella di un uomo che ha smarrito nelle delusioni della vita la fiducia in se stesso e nei propri simili, e la stessa voglia di vivere. Ma questi tre atti, al di là della loro sostanza satirico-farsesca, dispiegano anche un alone onirico. I personaggi e gli accadimenti si confondono fino a diventare i sogni del Malato.
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