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Giorgio Marchesi: "Anche durante la fortuna in TV, il teatro mi mancava"

Giorgio Marchesi
Giorgio Marchesi

L'attore bergamasco, noto soprattutto per le partecipazioni a diverse serie di successo, è in tour con lo spettacolo 'Il fu Mattia Pascal'

Incontriamo Giorgio Marchesi alla vigilia dello spettacolo che lo vede protagonista: Il fu Mattia Pascal, in tour nella stagione 2024/2025. Ne approfittiamo per conoscere meglio l'attore che è noto dello spettacolo soprattutto per le partecipazioni a diverse serie di successo.

Lei è noto per aver preso parte a fiction di successo, ma conta oltre 30 partecipazioni teatrali: predilezione per la prosa o non riesce a star fermo?
Predilezione per la prosa non lo so, sicuramente ho cominciato facendo molto teatro e in quegli anni mi sono appassionato e ho fatto molti spettacoli. Anche durante la fortuna nell'audiovisivo e gli impegni sui set, il teatro mi mancava, mi mancava soprattutto l'incontro con il pubblico e la possibilità di migliorare e crescere assieme allo spettacolo dal vivo.

Ora è in scena con 'Il fu Mattia Pascal', ha ritrovato il palcoscenico.

Certo. Ma anche quando il lavoro era limitato preferivo esibirmi sui palchi, anche in spettacoli off con poche date ma che mi permettevano di tenermi in forma e preparato. Soprattutto nei periodi di stasi il teatro mi permetteva di non pensare, per non rimanere impantanato nei momenti di difficoltà.

Teatro.it Il Fu Mattia Pascal Marchesi Foto Tiziano Ionta 02


Il fu Mattia Pascal non è stato pensato da Pirandello per la rappresentazione: qual è il suo apporto sulla scena?

Vero. La rappresentazione mantiene molti dei personaggi della vita del protagonista a Miragno e poi a Roma, nella seconda vita. A parte i momenti drammatici, il lavoro di sceneggiatura è consistito in una asciugatura sia del testo che di alcune complessità linguistiche, pur restando fedelissimo all'originale pirandelliano. Non c'è stato apporto dal punto di vista della scrittura, molto del nostro ci abbiamo messo però dal punto di vista registico e della messa in scena.

La regia è a quattro mani con Simonetta Solder: unità di vedute o discussioni proficue?

Direi assolutamente unità di vedute nel senso che la prima parte del lavoro sull'adattamento l'ho fatto io ma quando sono andato in scena ho capito che da solo non potevo controllare tutto. A quel punto ho chiesto un aiuto alla persona di cui mi fido ciecamente (la sua compagna, ndr) e il cui gusto è simile al mio. Simonetta ha migliorato molto la rappresentazione per alcune sue decisioni sceniche e sui ritmi. 

Teatro.it Giorgio Marchesi Intervista Teatro


Mattia Pascal si chiede cosa accadrà agli altri dopo la sua morte. Qual è il suo punto di vista, oltre Pirandello?

Mattia Pascal degli altri si interessa molto poco del "dopo", è concentrato su se stesso in quanto abbastanza cinico ed egoista. Io dovrò pensarci a cosa resterà dopo di me. Spero che l'assenza non sia troppa; alla fine morire è l'unica cosa certa di questo mondo, per cui spero di lasciare qualcosa a chi rimane che possa sopravvivere in loro, come esempio o come suggerimenti per vivere la propria vita nel migliore dei modi. Per questo provo a vivere al meglio che posso: l'età avanza e avendo sempre meno tempo si cerca di fare quello che ci piace e dare la giusta importanza alle cose. Penso soprattutto a non lasciare problemi da gestire a chi resterà dopo ma di lasciare degli strumenti per vivere la vita nel migliore dei modi.

Programmi futuri: cinema, fiction, teatro? 

Nei prossimi giorni uscirà una serie dal titolo Le onde del passato, girato l'estate scorsa con Anna Valle. Poi il 2 di marzo finisce questa tournée e il 3 comincio a girare una nuova serie di cui ancora non si può parlare. Poi ci sarà la seconda stagione di Vanina Guarrasi che è ambientata a Catania, quindi primavera ed estate la trascorrerò in Sicilia. 

Se potesse scegliere: una grande produzione teatrale, un colossal o un sogno che sta nel cassetto?

Non lo so. Sulla qualità dei progetti è sempre difficile giudicare a priori: a volte progetti che sulla carta sembrano meravigliosi poi non si rivelano tali, come può accadere il contrario: il Mattia Pascal sembrava una cosa piccola eppure dopo quattro anni siamo ancora in giro con grandi soddisfazioni. Non lo so cosa sceglierei, preferisco farmi sorprendere dalla vita e spero che siano cose belle.

E allora... auguriamo che siano solo cose belle. Soprattutto di teatro!