Tocca al teatro il compito di accendere i riflettori su fenomeni che le istituzioni, la scuola, i giornali e la “cultura” televisiva trascurano a volte inconsapevolmente, più spesso consapevolmente. Sono spettacoli, questi, dove tutto è spessore della materia affrontata e niente è gratuito. Renato Sarti, artista da sempre impegnato in un teatro che svela i fenomeni politici e sociali del nostro tempo, ritorna in scena con il suo “Chicago Boys”, pièce cruda ed impegnata che proprio per la lucidità atroce e grottesca che la contraddistingue a tratti risulta persino divertente. Teatro civile che vira verso il cabaret tragico.
Il Verbo divulgato dal vecchio Chicago Boy (Sarti) che sul palco tocca e scuote le coscienze sguazzando in una vasca colma d'acqua lercia è presto detto: lasciare liberi i mercati di muoversi a piacimento senza vincoli né restrizioni evitando qualsiasi intromissione dello Stato nella gestione dell'economia. I veri golpe non furono militari bensì economici, ci spiega.
Ma chi è questo Chicago Boy bagnato fino al midollo dall'acqua imputridita dai suoi stessi escrementi? E' innanzitutto un uomo che fa parte di un sofisticato ingranaggio, non una singola (e più confortante) scheggia impazzita. E' farina di un unico sacco: far soldi. Pochi uomini vedono crescere le loro ricchezze in maniera esponenziale a scapito della stragrande maggioranza della popolazione che fatica a sopravvivere. A quest'ultima categoria appartiene Svetlana, aitante prostituta moscovita interpretata da una convincente Elena Novoselova che ancheggiando su alti tacchi spende la vita con il Nostro sino a morire soffocata quando tenterà la ribellione.
Sulla parete di fondo per tutta la durata dello spettacolo sono proiettate fotografie significative date in pasto alla dissertazione del demone da bagno: dai desaparecidos in Argentina alle prigioni di Abu Graib dove la tortura, il terrore, non sono fini a se stessi ma un mezzo per raggiungere un fine (le riforme economiche). E ancora immagini di disastri naturali: da New Orleans dove l’uragano ha permesso di abbattere l’edilizia popolare e la sanità è oggi privatizzata, all'India dove con lo tsunami sono spariti i villaggi di pescatori a favore di resorts di lusso e villaggi vacanza...
Se lo spettacolo lascia il segno non è però solo in virtù delle conseguenze dalle teorie economiche della cosiddetta "Scuola di Chicago": bisogna mettere in primo piano la magistrale interpretazione di Renato Sarti che riesce a rendere reale (e per questo efficace ed irritante) un cinico capitalista in pieno delirio di onnipotenza.