Edoardo Sylos Labini sale sul piccolo palco del Teatro La Comunità, di ritorno a Roma col suo spettacolo debuttato alla Galleria Colonna nelle scorse settimane, e si accomoda sul suo posto all’interno di un immaginario vagone del treno, mezzo di trasporto che lui considera ormai come il proprio vero domicilio: dovendo utilizzare questo mezzo frequentemente, sfrutta il tempo trascorso lì per pensare, socializzare, sedurre e vivere una vita che sembra evadere ogni regola, una vita altra da quella di cui non si parla minimamente e che definiremmo normale, all’insegna della velocità, senza fermarsi mai. Ed è proprio la velocità del treno che “scombussola i pudori delle donne” come dice il protagonista narrandoci episodi di amori consumati clandestinamente nei suoi viaggi e di persone incontrate in singolari occasioni.
Da questa narrazione si passa poi a descrivere l’ammirazione per il combattimento, traendo spunto da tre romanzi meno noti di Tommaso Marinetti: “L’alcova di acciaio”, “Come si seducono le donne” e “Novelle con le labbra tinte”. Il tutto si amalgama in un insieme strepitoso ed insolito.
Questo teatro non conosce limiti o distinzioni tra le varie forme d’espressione artistica e c’è una commistione efficace di musica, espressione verbale che ricorre anche alla coniazione di neologismi – e arriva a tratti alla ripetizione di sillabe e fonemi privi di senso compiuto che richiamano suoni, colori ed immagini – movimento, oggetti simbolici e sensazioni che inondano la platea e i suoi spettatori, avvolgendoli e coinvolgendoli.
I tre protagonisti Edoardo Sylos Labini, Federica De Martino e Raffaella Siniscalchi sono uno più bravo dell’altro, dotati di volti e voci espressivi e penetranti e di coraggio non comune in questa impresa di sicuro siccesso.
Roma, Teatro La Comunità, 8 Marzo 2009
Visto il
al
La Comunità
di Roma
(RM)