Lirica
ELEKTRA

Il mito della vita mancata

Il mito della vita mancata

Elettra è il mito della “vita mancata”, della passione sospesa, della rabbia che grida. Potremmo anche considerarlo come il mito frainteso o abusato. La sua personalità, nelle rivisitazioni teatrali e letterarie, si è fatta sempre più accentuata nel tempo. La storia personale ha preso il sopravvento su quella collettiva e così, nell’Elektra di Strauss, che compone sul libretto di Hofmannstahl, ritroviamo una donna dall’esasperazione carnale, ossessiva, eccessiva.

La regia di Gianni Amelio aggiunge qualcosa in più alle versioni già esistenti. La spettrale scenografia, che ricorda i sassi di Matera o tutte quelle città del sud in cui la pietra è dominante, ci dice che Elettra è ritornata alle sue origini. Un bunker, come caduto dal cielo all’improvviso, ci ricorda che le guerre sono sempre lì, in agguato. Interpretata da Elena Pankratova, Elettra trova nel suo canto una voce solenne, dalle profondità oscure. Versi come squarci a irrompere nella notte di un non-luogo. Eccezionale nel canto, la Pankatrova lo è meno nella fisicità: il suo corpo poteva riflettere meglio l’ansia omicida dell’eroina e la tensione della musica di Strauss. Personaggio intermedio è Crisotemide, divisa tra sua sorella e Clitennestra, ben interpretata da Alex Panda, che ne riflette grazia e bellezza. Fra tutte spicca in modo solenne Natascha Petrinsky nei panni della crudele sovrana: il volto, il corpo, tutto respira della crudeltà arresa di Clitennestra.

Alcune scene cardine, come l’incontro tra Elettra e Oreste, mancano di pathos in quanto l’utilizzo dei mimi è statico e manca quel movimento capace di dare concretezza alle scene. La direzione magistrale è di Jonathan Nott. Tuttavia forse questa Elektra non trova sulla scena la sua forza, quella forza necessaria che cattura lo spettatore in ogni passo.

La stagione 2014 del Petruzzelli si segnala per il “prestito” di registi dal cinema alla lirica. Dopo Gianni Amelio sono attesi Ferzan Ozpetek per “La traviata” (recensione presente nel sito, lo spettacolo ha inaugurato la stagione scorsa del San Carlo di Napoli) e Marco Bellocchio per “Pagliacci”, accanto al giovane e dotatissimo Damiano Michieletto per il Trittico pucciniano, Graham Vick e la celeberrima “Lucia di Lammermoor” del Maggio fiorentino e William Kentridge con il suo leggendario “Flauto magico”: una stagione imperdibile.

Visto il
al Petruzzelli di Bari (BA)