Intrattenimento
HOTEL PARADISO

Quando le maschere diventano ‘persone’

Quando le maschere diventano ‘persone’
Grande successo per il secondo appuntamento della stagione con gli Altri Percorsi del Teatro Donizetti. Questa volta è toccato ai pupazzi umani di “Hotel Paradiso”, creati dal genio del collettivo di Essen, Familie Flőz, strappare uno scroscio di applausi al pubblico bergamasco. In una hall di un albergo tra le montagne del Tirolo, si alternano le avventure di vari personaggi, tutti interpretati a turno da quattro attori dei Flőz: Anna Kistel, Sebastian Kauz, Thomas Rascher, Frederik Rohn. Grazie alle bellissime maschere caricaturali create dal fondatore della compagnia, Hajo Schűler, i quattro interpreti sono riusciti a vestire i panni di una ventina di personaggi diversi senza che il pubblico si accorgesse della rotazione degli attori sotto i costumi di scena. Un ritorno al teatro greco e all’uso delle maschere, privato però della comunicazione verbale, che viene sostituita dalla pantomima, dalla fisicità, dalla espressività dei corpi, fino a rendere ‘parlanti’ persino delle maschere mute. La vicenda narrata in “Hotel Paradiso” è semplice, ma piena di intrighi, passione, mistero, raccapriccio, comicità, follia, normalità ed eccezionalità. C’è di tutto in questo piccolo capolavoro del teatro di figura: un’albergatrice che vive nel ricordo del marito defunto e nella speranza che i figli mantengano alto il prestigio dell’hotel quattro stelle che dirigono; un figlio concierge che odia la sorella, vive sottomesso alla madre e sogna il grande amore fra le clienti; una figlia amante del rosso che detesta i gusti retrò del fratello e vorrebbe rimodernare tutta la proprietà all’insegna della moda; il fantasma del padre che esce dall’ascensore; una cameriera cleptomane e sognatrice; un cameriere dispettoso; un cuoco sanguinario; una fonte miracolosa che guarisce le persone e aggiusta gli aspirapolvere; vari tipi di clientela, dagli sposi in viaggio di nozze, al guru di una filosofia esotica; un cadavere senza testa e un cane inferocito chiuso nelle cucine; perfino un rapinatore e due investigatori pasticcioni. Ogni incontro è il pretesto per una gag, un colpo di scena, uno scambio di effusioni o una scazzottata, tutto sempre rigorosamente senza parole. La grande capacità espressiva degli interpreti e delle loro maschere, tuttavia, permette agli spettatori di seguire la storia senza nessuna difficoltà, lasciandosi suggestionare dalle esilaranti trovate dei folli personaggi che popolano questo hotel, che di paradisiaco ha solo il nome. Uno spettacolo divertente, dedicato a tutti coloro che amano il circo, la clownerie, ma non vogliono rinunciare completamente alle sceneggiature della prosa tradizionale.
Visto il 03-02-2010
al Donizetti di Bergamo (BG)