Musical e varietà
JESUS CHRIST SUPERSTAR - XX ANNIVERSARIO

Massimo Piparo (quasi) Superstar

Massimo Piparo (quasi) Superstar

Massimo Romeo Piparo bissa il successo di quattordici anni fa, portando sul palcoscenico del Teatro Sistina di Roma l’altro storico protagonista cinematografico della celeberrima opera rock firmata Andrew Lloyd Webber & Tim Rice: Ted Neeley, dopo 40 anni – e a 71 anni di età – è ancora Jesus, sempre Superstar. La sua voce subisce le fisiologiche trasformazioni dovute agli anni che passano, ma in momenti cult di canzoni come Everything’s Alright, The Temple e Gethsemane, si può proprio affermare che la “divina ugola” arriva ancora a toccare il cielo! E in sala è un tripudio… Massimo Romeo Piparo – dopo la flessione artistica, a mio personalissimo parere,  registrata con My Fair Lady e Full Monty – questa volta ha davvero fatto centro.
I Negrita che eseguono dal vivo sul palcoscenico le immortali musiche di Lloyd Webber, insieme all’orchestra diretta dal M° Emanuele Friello, conferiscono realmente un valore aggiunto allo spettacolo, con un “retrogusto elettro-rock” che non dispiace.
Pau, il frontman del gruppo, ha saputo offrire una sua personale e convincente interpretazione dell’iconico personaggio di Ponzio Pilato.
Ma la vera rivelazione di questa edizione è l’esordiente assoluto Feysal Bonchani, nel ruolo di Judas: i cosiddetti “detrattori” avrebbero da obiettare soprattutto sull’età probabilmente troppo giovane e prematura per interpretare un ruolo ormai universalmente riconosciuto. Ma l’impegno del giovane debuttante non fa assolutamente rimpiangere il compianto Carl Anderson e se Piparo è riuscito a far vivere sul palcoscenico teatrale un Jesus settantenne, allora gli aggettivi “giovane” e vecchio” possono serenamente essere messi da parte…
Attorno a questo nucleo centrale, un cast di indiscutibili professionisti, tra cui corre l’obbligo citare Simona Molinari (Maria Maddalena), l’instancabile Emiliano Geppetti (Simone Zelota) e Riccardo Sinisi, che dopo la positiva esperienza nel musical  Priscilla, la regina del deserto, prosegue un importante e delicato percorso artistico cimentandosi nel ruolo di Pietro.
Tuttavia,  siccome gli unici a essere senza peccato a questo mondo sono solo Gesù Cristo e la Vergine Maria, vanno evidenziati alcuni punti deboli: primo fra tutti, il Caifa di Shel Shapiro; pur riconoscendone le doti artistiche, pare azzardato parlare di interpretazione, in questo caso: l’ex leader dei Rokes sembra piuttosto “accompagnare” la partitura e fortunatamente in scena con lui c’è sempre Paride Acacia, “storico” interprete italiano nel ruolo di Jesus, che questa volta veste i panni di Annas.
Un disegno luci che non rende merito al messaggio di Luce che questo spettacolo dovrebbe trasmettere, lascia veramente perplessi; stesso discorso vale per i commenti tratti dall’Antico e Nuovo Testamento, precisi ma a tratti un po’ sfasati, possono tendere a confondere il pubblico.
Dulcis in fundo, un appunto sul montaggio della Herod’s Song, che ricorda fin troppo, per colori, personaggi di contorno e oggetti di scena, Sballo dal Pinocchio dei Pooh.
Nell’attesa di vedere Sette spose per sette fratelli, che chiuderà a Torino la prima tornata di repliche prima della pausa estiva, ci si augura che i progetti futuri della Peep Arrow facciano centro come è accaduto questa volta…

Visto il 23-04-2014
al Il Sistina di Roma (RM)