I due anni di stop forzato, causa pandemia, non hanno scalfito la qualità di Jesus Christ Superstar e il carisma di Ted Neeley - storico protagonista dell'omonimo film tratto dalla celeberrima opera rock di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice. L'opera musicale torna a incantare i palcoscenici italiani, nell’acclamato allestimento diretto da Massimo Romeo Piparo.
Dopo 50 anni, la voce dell’artista americano ha fatto di necessità virtù, adattandosi ai fisiologici cambiamenti dovuti al tempo che passa, ma in alcuni momenti clou (uno su tutti, il brano The Temple), la sua estensione vocale continua a sbalordire. Ma a lasciare molto di più il segno sono il suo personalissimo mood ispirato, la sua presenza scenica e i piccoli gesti attraverso i quali interagisce con il resto della compagnia: sembra davvero di assistere una volta in più alla pellicola cinematografica.
Erode in versione hip hop strizza l’occhio all’attualità
Tra le novità di questa edizione, l'esordio di Frankie hi-nrg mc nel ruolo di Erode, per la prima volta in versione hip hop. Al regista Massimo Romeo Piparo va attribuito il merito di aver compiuto una scelta azzeccata, in linea con l’attualità: questo inedito Erode è accattivante e per nulla fastidioso nell’impersonare un comandante talmente concentrato su di sé al punto di trascurare il proprio popolo.
Numerosi sono poi i riferimenti all’attuale e drammatica situazione di conflitto vissuta dal popolo ucraino: nella scena delle 39 frustrate, scorrono altrettante immagini degli orrori del secondo Novecento, fino alla follia della guerra in Ucraina. Nel finale, sulle note del brano John Nineteen Forty-One, la compagnia srotola un lungo telo che attraversa parte della scenografia realizzata da Teresa Caruso, rivelando i colori della bandiera ucraina.
Un tradimento profondamente “rock”
Nei panni di Giuda troviamo nuovamente Feisal Bonciani: il giovane performer, in questi anni, ha raggiunto un livello di maturazione artistica che esalta la tormentata fragilità umana del suo personaggio, fornendo una chiave di lettura profondamente “rock” del tradimento per antonomasia.
La voce sicura e vellutata di Arianna Talè, per la prima volta nel ruolo di Maria Maddalena, accompagna i brani più conosciuti dello spettacolo: Everything’s Alright, I Don’t Know How to Love Him, ma soprattutto il toccante duetto Could We Start Again?, interpretato con Michele Iacovelli (Pietro).
A fine spettacolo – e anche fuori dal teatro – applausi a volontà per i musicisti, diretti live dal Maestro Emanuele Friello.