Con La Fresque Angelin Preljocaj continua la sua esplorazione dei racconti, scegliendo ora quelli tradizionali asiatici, noti per ricchezza e forza poetica, un percorso per lui ancora inesplorato.
Realtà parallele si incontrano
Il racconto a cui si ispiraquesta coreografia narra di due viaggiatori stanchi che trovano rifugio in un tempio, dove scoprono un vecchio eremita, che li guida ad un affresco nascosto. Questo affresco raffigura belle donne, che sembrano impercettibilmente danzare. Uno dei due viaggiatori, affascinato dalla malinconia della più giovane ritratta, fugge nel suo mondo in cui il tempo è immobile, e fa di questa vergine dai capelli fluenti la sua sposa. Il coreografo racconta di questo viaggio in un'altra dimensione in cui l'immagina diventa un luogo di trascendenza e dove l'essere fisico interagisce con l'immane come viva. E' l'esplorazione del misterioso rapporto tra rappresentazione e realtà. La danza instaura il legame tra l'immobilità dell'immagine e il movimento tra luce e ombra. In un'atmosfera grave, i ballerini si stagliano su uno sfondo nero, a volte striato di proiezioni che sembrano ora volute di fumo, ora ciocche di capelli in volo, ora strie di un cielo stellato, mentre il giovane viaggiatore e la donna dell'affresco danno vita ad un intenso passo a due. Per tutto il balletto i capelli dei danzatori sono un punto focale, librandosi nell'aria o trasformandosi in rampicanti che scendono dal soffitto.
Angelin Preljocaj attraversa lo specchio
Con questa coreografia Angelin Preljocaj entra nell'affresco come il viaggiatore cinese: il tempo si sgretola e l'immobilità prende vita, mentre la realtà rallenta. Il coreografo chiede ai danzatori velocità, ritmo ed estrema lentezza. Poi lascia che le esplosioni che popolano i sogni si attuino ed accarezza l'ugenza del desiderio. I ballerini sono immersi in questo universo insolito, intriso di sensazioni multiple, permeato dal gusto del simbolismo e dall'attraversamento delle culture. La storia gioca sul potere dell'arte pittorica: la ragazza di cui il protagonista si innamora è in origine dipinta su un affresco, da cui esce per vivere un'altra breve storia. Questo mondo di illusione e trascendenza è la fonte di ispirazione in cui Angelin Preljocaj si immerge. La scelta musicale affidata a Nicolas Godin alterna sintetizzatori, chitarre rock, sassofoni, e poi languidi violini. I costumi sono stati affidati al couturier franco-tunisino Azzedine Alaia, portavoce di modernità nella tradizione.
Angelin Preljocaj afferma che il modo migliore di alimentare la danza è dall'esterno, e dopo questo viaggio fantastici il pubblico, folgorato ed affascinato, attende di essere invitato alla prossima imprevedibile avventura.